Gay.it al contrattacco. In merito alla questione legata alla stepchild adoption il direttore di gay.it, Alessio De Giorgi, è intervenuto questa mattina.

Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

 “Le reazioni alla pubblicazione della nostra lista mi sono sembrate del tutto scomposte –ha dichiarato il direttore di gay.it, De Giorgi-. Qualcuno pensa che un piccolo sito gestito da 5 persone che parla di gay debba essere per forza militante e avere strategie che sono proprie di un movimento politico. Noi siamo giornalisti e facciamo informazione. Abbiamo semplicemente fatto il lavoro che avrebbe dovuto fare Repubblica”.

De Giorgi, direttore di gay.it, ha aggiunto: “Il corsivo che ci ha dedicato Messina lo trovo sconcertante perché dice che essendo gay dobbiamo essere per forza anticonformisti e dissacranti. Siccome abbiamo fatto il lavoro che avrebbero dovuto fare loro, che hanno giornalisti che passano la giornata in Parlamento, dicono che siamo anticonformisti. Trovo davvero vergognosa anche l’accusa di squadrismo. Noi rappresentiamo una comunità che lo squadrismo lo ha subito sulla propria pelle, non a suon di tweet o di qualche mail da qualche lettore infuriato, ma con la gente che veniva deportata nei campi di concentramento. Aspettiamo le scuse di quei quattro senatori che ci hanno fatto questa accusa”.

 

“Non capisco –ha aggiunto De Giorgi, direttore di gay.it- perché nessuno s’indigna per le mail che mandano quotidianamente a tutti i senatori i gruppi di fanatici cattolici e invece quando noi pubblichiamo la lista, che per altro si è rivelata al 91,6% corrente, di senatori che vogliono votare contro la stepchild adoption si scatenano. Nella lista delle 36 persone, su 3 ci siamo sbagliati perché hanno deciso di votare a favore. Su 33, 10 ci hanno detto che comunque voteranno le unioni civili. Noi non vogliamo mettere alla gogna chi non vota la stepchild adoption, anche perché ogni parlamentare è libero di votare secondo la propria coscienza. Io posso contestare la posizione di questi parlamentari da militante e da iscritto al Pd, ma non posso dirgli che non può farlo. Io sono iscritto al Pd e sono deluso da questo atteggiamento di questi parlamentari. Il problema non è tanto chi vota contro la stepchild adoption, ma chi subordina il voto finale sulle unioni civili all’esito della votazione sulla stepchild. Di questi, 23 ancora non ci hanno risposto. Chi ci accusa di essere fascisti e squadristi deve chiederci scusa. Sarebbe il caso che l’Ordine dei giornalisti dovrebbe intervenire. Se la lista l’avesse fatta Repubblica sarebbero già intervenuti per difendere la libertà di stampa”.