Camilla Filippi è una che ha iniziato a lavorare giovanissima e, come se nulla fosse, s’è trovata sul set de “La meglio gioventù”. Ora imperversa nei piccoli schermi nostrani con la serie “Tutto può succedere” che sta avendo un ottimo successo. Ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione LINGUE A SONAGLI, ha spiegato perché, secondo lei, le cose stanno girando bene. E non solo.
Circa il successo di TUTTO PUO’ SUCCEDERE: “E’ una serie che cambia un po’ la tradizione delle fiction Rai, toccando delle tematiche diverse da quelle che ci sono in prima serata su Rai1. Questa serie è una spartiacque che farà andare un po’ più veloce la Rai. Speriamo che venga capito il tentativo di ringiovanire il pubblico”.
Sul male del cinema italiano: “Nel cinema è sempre riconosciuta di più la bravura degli uomini rispetto a quella delle donne. Maya Sansa per esempio è un genio. Ma basta vedere, nei film che si producono, i ruoli marginali che ci danno: difficilmente siamo nel pianeta del film, siamo nell’orbita esterna”.
Ancora sul male del cinema italiano: “Il vero male del cinema italiano è il pubblico. La gente ha dei preconcetti verso il nostro cinema spesso non conoscendolo. Ecco perché un horror italiano non incasserà mai come uno straniero. Mettiamoci poi che sono molto rari i produttori coraggiosi come Procacci che ha prodotto Diaz”.
Sulla provincia italiana: “Ho una famiglia particolare. In casa mia, per colpa dei medici, ho delle persone malate e non sopportavo quando camminavo a Brescia con i miei zii e qualcuno non ci salutava o ci guardava in modo strano perché non eravamo vestiti in modo classico firmato della provincia. Questa cosa mi faceva incazzare. Ho fatto l’attrice anche per tornare da queste persone e sputargli in faccia”.
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L’intervista integrale su
LINGUE A SONAGLI
in onda Radio Cusano Campus
sabato alle 14 su 89.100 FM, streaming o in podcast