Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva, morto in ospedale nel 2008 a Varese dopo essere stato fermato da poliziotti e carabinieri e portato in caserma, è stata chiamata in causa questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del programma ECG Regione.
Lucia Uva ha fatto il punto sulle prossime tappe processuali legate alla morte del fratello: “Il 15 gennaio c’è il dibattimento tra il pm e i miei avvocati, parleranno gli avvocati degli imputati e per fine mese, al massimo i primi di febbraio, dovrebbe esserci la sentenza. Ho pienamente fiducia in questa corte, voglio che ci sia una sentenza che stabilisca la verità. Questo è stato un processo martoriato dall’inizio, sono state nascoste delle cose, ora mi auguro e chiedo solo verità e giustizia. Se Giuseppe non è morto di farmaci e loro dicono che non è stato picchiato dalle forze dell’ordine, mi dicano come è morto mentre era nelle mani dello Stato“.
Lucia Uva sulla questione legata a Ilaria Cucchi: “Lei è stata massacrata come me, dal primo momento. Lo Stato doveva tutelare i nostri fratelli, ma non lo ha fatto. Per noi è una grande sofferenza, in questi momenti ammazzano i nostri cari una seconda volta. Non è possibile, dopo tanti anni, essere ancora umiliate, mortificate, da chi dice che cerchiamo solo visibilità. Io sfido chiunque a non fare ciò che abbiamo fatto noi davanti a quanto ci è accaduto. A nessuno dovrà più accadere ciò che è capitato a noi”.
Lucia Uva sulle parole che Salvini ha indirizzato a Ilaria Cucchi: “Le sue dichiarazioni, come quelle di Tonelli, sono gravi. Tu non puoi dire “Mi fai schifo“. Siamo donne e loro ci hanno violentato mentalmente e psicologicamente. Basta. Ho chiesto aiuto alla Presidente Boltrini affinché cessino tutte queste violenze. Ci hanno sempre detto brutte parole. Alla mamma di Aldrovandi hanno detto che aveva allevato un cucciolo di maiale, a Ilaria che suo fratello era una larva umana drogata. Basta. Non è giusto”.