La carenza di vitamina D interessa tra il 50 e il 70% dei bambini italiani. Insufficiente esposizione solare, stili di vita errati, allattamento esclusivo prolungato al seno, obesità e colore della pelle sono i principali fattori di rischio. Ne ha parlato il Dott.Gianni Bona, Vice Presidente SIPPS (Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale), ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, durante la diretta di Genetica Oggi. Un focus alla luce di una consensus volta a fornire le raccomandazioni mirate alla prevenzione dell’ipovitaminosi D in età pediatrica, individuando i soggetti a rischio ed indicando le modalità di profilassi/trattamento.
Dott.Bona, partiamo con il capire quali sono le proprietà di questa vitamina che vi hanno portato a realizzare la prima consensus sulla Vitamina D stessa
Dunque, è stato molto importante presentare questo documento perché è il primo a livello europeo che fissa delle precise indicazioni riguardo l’uso della vitamina D in varie condizioni: dalla gravidanza, all’uso della stessa nel bambino o nell’adolescente. Parlando di proprietà la Vitamina D negli ultimi anni ha assunto un ruolo cruciale, strategico. Se ne parla sempre di più in funzione di scopi diversi ma comunque importanti. Il primo sicuramente è quello di garantire nel bambino una normale e ottimale ossificazione dello scheletro. Ci sono poi delle altre funzioni, particolarmente studiate negli ultimi anni, come nel caso delle allergie, la prevenzione nei confronti delle malattie cardiovascolari e di alcune neoplasie. Non tutto però è stato chiaramente dimostrato nella medicina legata all’evidenza.
L’irraggiamento solare è la principale fonte di Vitamina D. Ma oltre a questo dove possiamo trovarla?
In alcuni alimenti, come il “vecchissimo” Olio di fegato di Merluzzo visto che la Vitamina D è contenuta nel fegato di alcuni pesci. E’ presente inoltre in alcune alghe. Oggi la fonte principale oltre al sole, visto che non è sempre facile esporsi al medesimo, è costituita dagli integratori.
Alcuni pediatri si sono detti a favore della prescrizione della Vitamina D mentre altrettanti endocrinologi dicono che è superfluo somministrarla. A chi possiamo dare ragione?
Le rispondo attraverso quelle che sono le note precise della consensus che dicono come durante la gravidanza è necessario somministrarla alle mamme perché ne hanno una quantità bassa; questo è stato dimostrato in tutto il mondo. Dalla nascita al primo anno è necessario integrarla nel bambino, soprattutto nei bambini sovrappeso o obesi che sono a rischio di ipovitaminosi da Vitamina D.
Ci sono degli effetti collaterali ascrivibili all’assunzione di Vitamina D ?
La vitamina D deve essere presa in dosi non eccessive perché nel caso di uso eccessivo, essendo una vitamina che si deposita a livello di tessuto adiposo, si accumula e questo accumulo può portare ad un effetto di intossicazione che può essere dannoso perché può aumentare i livelli di calcio nel sangue e provocare anche dei danni renali, ma solo in caso di dosi esageratamente elevate.
ASCOLTA QUI L’INTERVISTA COMPLETA