Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, è stato chiamato in causa nella mattinata di oggi ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione.
Diverse le tematiche affrontate da Esposito, che ha commentato la vicenda legata al Ministro Boschi: “Sulla base delle informazioni di cui disponiamo, fermo restando il diritto che ha l’opposizione di utilizzare la mozione di sfiducia, io non vedo e non capisco quale sia il conflitto di interessi. Il papà della Boschi ha fatto il vicepresidente della banca per otto mesi, i prodotti finanziari sono stati venduti ben prima del suo arrivo, non è il proprietario della banca, il Governo ha commissariato quella banca e il papà della Boschi è stato multato per 100.000 euro. Dove sta il conflitto d’interessi? O si dimostra che il Governo, di cui il ministro Boschi è parte, ha fatto un provvedimento per far guadagnare il padre della Boschi, oppure a me pare che il Governo abbia fatto una cosa ragionevole e sensata per evitare che la banca fallisse portandosi dietro i fidi delle imprese e i soldi dei correntisti”.
Esposito non capisce la levata di scudi di Roberto Saviano: “Deluso da lui? Non rimango mai deluso da nessuno perché non ho miti. Ho trovato la sua uscita molto strumentale, soprattutto quando ha paragonato l’eventuale conflitto d’interesse della Boschi con quello di Berlusconi. Anche mio figlio di otto anni ne comprenderebbe la differenza”.
A Esposito, però, non è piaciuta la lista dei giornali ‘nemici’ ostentata alla Leopolda: “Io non ho partecipato alla Leopolda, non ci sono mai andato e non l’ho fatto neanche quest’anno. Forse la classifica fatta in quel modo non è stata un’idea brillantissima. In come è stato confezionato quel format sulle pagine di giornale c’è stato un errore”.
Un’ultima battuta dal senatore Dem sulla questione No Tav: “Il pm Maddalena dice una cosa che condivido, ha ragione quando fa capire che purtroppo in questo paese ci si occupa dei problemi quando ci scappa il morto. Siccome il morto non c’è scappato, si fa passare il messaggio che quelli erano quattro ragazzi che hanno fatto una goliardata. La loro non era una goliardata, poteva sfociare in una cosa tragica. Se mio figlio si trovasse nella situazione di essere andato a tirare dei razzi o delle bombe carta verso la gente che lavorava, rischiando di far male a qualcuno, al di là di quanto farebbe la magistratura, lo aspetterei alla fine della sua pena e gli darei un sacco di botte. I genitori di questi quattro, invece, hanno fatto campagne per dire che i loro figli sono vittime di complotto di Stato”.