Nuove possibilità all’orizzonte per veicolare nell’intestino umano i probiotici senza doverli assumere sottoforma di pillole. Si tratta di utilizzare, per lo scopo in questione, un filetto di pesce spada modificato, arricchito di probiotici  appunto. Ne ha parlato, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus durante la trasmissione Genetica Oggi, la Dott.ssa Paola Lavermicocca, dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) coordinatrice di questo studio.

Dott.ssa Lavermicocca cos’è un probiotico?

I probiotici sono dei fermenti lattici un po’ “speciali”, utilizzo la parola fermenti lattici perché sono più riconoscibili dal consumatore. Sono dei ceppi di organismi che selezioniamo fra i vari fermenti lattici presenti negli alimenti, in modo particolare, come dice la parola, quelli fermentati. In questo caso sono fermenti lattici molto speciali perché sono in grado di resistere alle condizioni “estreme” della digestione e arrivare vivi nell’intestino dove possono temporaneamente insediarsi e apportare dei benefici.

A tal proposito su cosa vi siete concentrati?

Abbiamo eseguito un processo molto naturale per arricchire un filetto di pesce spada con un ceppo probiotico. Si effettua una blanda fermentazione che conserva tutte le caratteristiche nutrizionali del pesce. Immaginiamo una sorta di marinatura con i batteri “buoni” probiotici che aiutano la salute. Questo batterio aderisce alla superfici del pesce sopravvivendo sia sul pesce stesso che nello stomaco. Abbiamo dimostrato che l’assunzione, non per forza tutti i giorni ma anche a giorni alterni, di tale filetto, consente la colonizzazione dell’intestino da parte dei batteri “buoni”.

Perché proprio il pesce spada?

Abbiamo provato anche altri pesci come l’ombrina. Ma per praticità il pesce spada è stato quello più facilmente reperibile nel corso della ricerca. La tecnica è applicabile anche con altri pesci, ma parlando di filetto questo è stato come dicevo più facile da reperire.

Chi ha visto coinvolti questa ricerca oltre al CNR?

Il nostro gruppo di ricerca di Bari ha collaborato con quello di Torino che si sono occupati dell’aspetto nutrizionale, per capire se questo processo modificasse proteine ed aminoacidi. Abbiamo inoltre collaborato con i Gastroenterologi dell’Istituto di Ricerca e cura “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte in provincia di Bari. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Journal of Functional Foods.

La Nutraceutica è il futuro dell’alimentazione? (Con il termine si definiscono prodotti destinati alla salute umana nda)

Dobbiamo essere prudenti, si parla di solito di alimenti funzionali cioè oltre ad apportare nutrienti svolgono azioni benefiche. Tutto questo va però dimostrato scientificamente. Sono alimenti questi come il nostro che puntano ad aumentare il benessere. Indubbiamente un filetto di pesce come il nostro arricchisce la flora intestinale benefica.

Quando arriverà sulle nostre tavole questo filetto?

La realizzazione in laboratorio è in una fase già molto avanzata, il passaggio “sullo scaffale” richiede ancora tempi lunghi ma la nostra ricerca è in una fase decisamente matura.

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