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La fregata F570 della Marina Militare compie l’ultimo viaggio

Il 1 dicembre una delegazione dell’IsAG è stata ospite della Nave Maestrale, all’ancora nel porto di Civitavecchia. A bordo della fregata, grazie alla collaborazione tra IsAG e Marina Militare, si è tenuto il convegno La sicurezza marittima dell’Italia nel Mediterraneo: importanza e prospettive.

Nave Maestrale è capoclasse delle omonime fregate missilistiche. In servizio dal 1982, ha partecipato a varie missioni legate alle crisi in Iraq e in Jugoslavia e in altre per il contrasto della pirateria e del terrorismo. Dal 2013 al 2014 ha partecipato a ‘Mare Nostrum’, attività a salvaguardia della vita umana in mare e per il contrasto al traffico illegale di esseri umani nello Stretto di Sicilia.

“Quella di ieri è stata una splendida giornata” ha spiegato il Dott. Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAg, ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus (www.unicusano.it).  “E’ stato un piacere -ha aggiunto Graziani- salire su questa Fregata che ha fatto onore per 30 anni alla Marina Militare italiana. Allo stesso tempo però è stato anche un dispiacere trovarsi di fronte alla sesta dismissione di una nave militare italiana nell’arco di appena dieci mesi.  Piano piano si sta indebolendo la flotta navale italiana ed è un problema perchè le navi dismesse non vengono tutte rimpiazzate a causa dei tagli del governo”.

L’assottigliamento della flotta militare italiana -ha affermato Graziani- provoca anche una diminuzione di massa critica di professionalità. E’ vero che ci saranno alcuni rimpiazzi con delle unità navali tecnologicamente più avanzate della Maestrale, ma sono troppo pochi. La flotta deve avere una massa critica adeguata ai tempi e al ruolo che l’Italia deve avere nel Mediterraneo e non solo. L’Italia è un penisola, ma questa coscienza marittima sembra non essere ben chiara”.

“Siamo abituati ad utilizzare dei termini come ‘Medio oriente’ per indicare quello che in realtà è il ‘Vicino oriente’ per noi -ha spiegato Graziani parlando del tema della sicurezza-. Questo spesso distorce le analisi, fa pensare che la guerra sia lontana, quando invece è molto vicina. La Siria ad esempio è vicina. Anche gli avvenimenti in Tunisia sono stati percepiti come lontani dai nostri media, a causa di questi termini sbagliati che ci fanno apparire il mondo arabo come molto distante da noi a livello geografico. Si dice anche che l’Italia sia la porta d’Europa, ma in realtà non è così. L’Italia è un Paese euro mediterraneo e ha una sua centralità nel Mediterraneo”.

Radio Cusano Campus

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