E’ difficile incontrare qualcuno che non li conosca, che non si sia mai affacciato anche se per pochi minuti alla finestra-schermo per osservarli nel loro salone, sul divano. I Simpson, la famiglia più popolare della televisione con milioni di spettatori in tutto il mondo. Il segreto di questo successo? In tanti, nel tempo, hanno cercato di offrire risposte a questa domanda e non stupitevi se tra queste ci sono la Filosofia e la Scienza.
Si può parlare di scienza con il linguaggio di un cartone animato o di un fumetto? A questa domanda ha recentemente risposto in un’intervista su Radio Cusano Campus, nel corso del format Genetica Oggi, Marco Malaspina, giornalista scientifico, autore del libro edito da Sironi “La scienza dei Simpson. Guida non autorizzata all’universo in una ciambella”. Secondo Malaspina, la scienza presente nei Simpson, copre quattro aspetti principali. Prima di tutto ha lo scopo di divertire. A questo proposito potremmo citare Bart che nell’episodio “L’amico di Bart si innamora” dice a Milhouse: “Piangi quando ti sbucci un ginocchio, piangi quando finisce il latte al cioccolato, piangi quando fai la divisione per lungo e ti rimane il resto”.
Poi c’è la scienza per intenditori, ricca di citazioni colte come quelle che hanno a che fare con la matematica. Riferimenti per un pubblico esperto del settore. Non è un caso insomma se numerosi specialisti della matematica sono passati da prestigiose sedi universitarie al gruppo di sceneggiatori dei Simpson. «Avrei preferito vivere la mia intera vita come ricercatore – ha dichiarato ad esempio David X Cohen, uno di loro – ma penso che i Simpson rendano divertente la matematica».
Terzo aspetto della scienza nei Simpson, secondo Malaspina, è la presenza stessa di tanti scienziati nella serie animata come Stephen Hawking o il premio Nobel Dudley Herschbach che hanno anche doppiato i loro personaggi. Scienziati protagonisti attivi dunque negli episodi che li hanno visti coinvolti.
Infine i Simpson parlano di scienza con un linguaggio diverso che interessa soprattutto la vita quotidiana dello spettatore: la salute, la medicina, l’alimentazione, la chirurgia estetica. E’ per questo, spiega ancora Malaspina, che hanno un enorme valore educativo come serie animata, possono scatenare discussioni in famiglia e aiutare a far crescere il senso critico. E’ quello che accade ad esempio con il sistema sanitario americano, spesso sotto attacco nei Simpson che ne offrono una radiografia ironica ma spietata. Dai costi delle assicurazioni sanitarie alla mercificazione della salute, Malaspina racconta di come i due modelli di sanità impersonati nei Simpson dai due medici Julius Hibbert e Nick Riviera sono stati usati spesso in articoli scientifici come esempio di degenerazione di un sistema sanitario che antepone la burocrazia alla salute.
Non solo scienza però, i Simpson si adattano anche ad un’interpretazione filosofica. William Irwin, Mark T. Conard e Aeon K. Skoble hanno raccolto ne “I Simpson e la filosofia” 18 saggi che, attraverso il pensiero dei grandi filosofi, interpretano i personaggi del cartone. Gli autori di questo volume, hanno scomodato così Nietzsche per spiegare il Nichilismo del piccolo Bart e hanno identificato nella paziente Marge la realizzazione concreta della classificazione aristotelica delle virtù. La piccola Maggie può aiutare a comprendere meglio il valore del silenzio mentre il personaggio di Lisa risulta utile per parlare dell’anti-intellettualismo americano.