L’Italia è divisa su Giulia Mazzoni. C’è chi la osanna e c’è chi la critica. Sul web impazzano pagine di fan adoranti e pagine di critici assetati di sangue. La pianista di Prato, nonostante sia ancora molto giovane, ha già alle spalle una bella carriera e, tra calci e carezze, prosegue indisturbata la sua strada. Blue Note, Auditorium Parco della Musica ed ora un tour di successo in Cina. Ventenne e musicista, sarà stata di certo più toccata di altri dai fatti del Bataclàn a Parigi. Lo racconta ospite della trasmissione LINGUE A SONAGLI, in onda su Radio Cusano Campus tutti i sabato alle 14. Ecco i punti salienti della sua intervista.
Sul macello del Bataclàn: “Ho paura. Ho paura che possa accadere qualcosa sul palco o nella vita. Magari sto suonando all’Auditorium Parco della Musica e lì decidono di fare un attentato: a quanto pare accade. Non siamo più sicuri da nessuna parte. Ho paura per tutti”.
Come si comporterebbe in caso di attentato: “Io suonerei comunque. Suonerei anche sotto le bombe perché la musica è qualcosa che unisce tutti. La musica aiuta il dialogo, è un messaggio di speranza e di pace. Le note sono la corda che uniscono le persone.
Su chi mette in dubbio la veridicità del suo tour in Cina: “Ci sono testimonianze fotografiche e video. Ho suonato in cinque città, tutti teatri importantissimi nei quali non solo ho avuto l’onore di esibirmi ma in cui ho avuto una risposta molto positiva da parte del pubblico. C’erano 1600 persone ad ogni concerto. Cercate tutto questo su Internet o su Google. Ci sono foto. Oppure ve le mando io, più semplicemente”
Giulia Mazzoni risponde agli insulti sul web dando la sua mail: “A chi mi insulta gli lascio la mia mail che è [email protected]. Risponderò a tutti gli insulti, anche se alcuni che ho letto già sono terribili. Almeno le vignette su di me sono più divertenti. Per esempio ce n’è una in cui Bart Simpson scrive alla lavagna “Giulia non suona alla Scala a causa della mancanza di uscite di sicurezza”. Vediamo se scrivono. Ho cercato un confronto con chi mi insulta ma purtroppo non c’è mai stato. Vediamo”.
Su Giovanni Allevi: “Non mi sento l’Allevi con le tette. Le tette ce le ho, però, non mi sento Allevi. E’ un bravo musicista e un bravo comunicatore ma non è mai stato un mio punto di riferimento. Io ascolto pianisti che hanno un altro mondo espressivo: mi piace molto Ludovico Einaudi”.
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L’intervista integrale su
LINGUE A SONAGLI
in onda su Radio Cusano Campus
questo sabato alle 14 o in podcast