E’ il tumore più frequente negli uomini, ne colpisce uno ogni 20 fra i 50 ed i 69 anni. Si stima che le nuove diagnosi del 2015 siano 35.000, parliamo del tumore prostatico. Sull’argomento è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, durante la diretta di Genetica Oggi, il Prof.Stefano Iacobelli, oncologo medico, Presidente di MediaPharma e co-inventore di un nuovo integratore alimentare capace di contrastare l’insorgenza del tumore alla prostata.

Quali sono professore i fattori di rischio del tumore prostatico?

I fattori di rischio per il cancro alla prostata non sono stati individuati, nel senso che oltre all’età che è un fattore di rischio generico per i tumori, non ci sono fattori specifici di rischio. Per questo tipo di tumore dunque mi sento di dire che non esistono dei particolari fattori di rischio.

E’ vero che rispetto ad altri tumori la familiarità influisce molto meno rispetto ad altre neoplasie?

Anche la familiarità non sembra avere particolare effetto sulla capacità di ammalarsi. L’ereditarietà è stata riscontrata in una minoranza dei casi, parliamo di un 15% La neoplasia è spesso presente nel 70% delle autopsie nell’anziano (70 anni). Con questo voglio dire che è qualcosa di legato alla vecchiaia dell’organo che va incontro a trasformazione cancerosa perché le cellule si duplicano in modo sbagliato. Quando consultiamo alcuni dati epidemiologici che ci indicano che nel nord Italia c’è un numero più elevato di casi rispetto al sud Italia possiamo giustificare questo aumento per il solo fatto che al Nord si eseguono più controlli rispetto al sud dove c’è uno screening meno frequente.

Ci sono dei segnali che possono indicare un problema prostatico?

La necessità di urinare di notte più frequentemente è indubbiamente uno dei fattori che può mettere in allarme e portare il soggetto ad una visita dallo specialista.

Professore quali sono i metodi diagnostici migliori per verificare lo stato di salute della prostata?

Possiamo dire che fra i più richiesti c’è il Psa, ossia il riconoscimento di una proteina, attraverso analisi del sangue, che viene prodotta dal tessuto prostatico sia sano che malato. Bisogna subito evidenziare che sul Psa ci sono tante discussioni in corso fra le varie società scientifiche che sono molto titubanti sull’utilità del Psa come sistema di diagnosi precoce di screening. Sicuramente il Psa è molto utile per seguire l’evoluzione della malattia una volta che è comparsa. Per la diagnosi precoce, invece, ci sono molti dubbi al riguardo.

E’ possibile fare prevenzione, magari attraverso l’alimentazione?

Si è visto che a livello alimentare il consumo di frutta e verdura in generale e, in particolare, un costante consumo di pomodoro  intero maturo, combinato con i polifenoli delle olive, è capace di  contrastare l’insorgenza del tumore. A tal proposito, l’integratore alimentare che abbiamo ideato contiene la giusta quantità di Polifenoli e di Licopene che sono le sostanze antiossidante contenute nel pomodoro e capaci, come evidenziato da molti studi, di contrastare l’insorgenza del tumore.

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