Il Regno Unito dice stop all’utilizzo del carbone in relazione al suo consumo nel settore energetico a partire dal 2025, con importanti riduzioni sin dal 2023. Sulla scia delle decisioni che verranno prese all’interno della COP21, il tanto atteso Summit sul clima, per giungere all’approvazione di un nuovo accordo globale, il Regno Unito inizia col programmare il suo lento addio al carbone, il combustibile fossile con maggior impatto inquinante, con il più alto tasso di emissioni di CO2 e, soprattutto, una fonte energetica cui l’Europa può cominciare a rinunciare.

Il WWF, ma non solo, si augura che l’esempio britannico possa essere seguito da altre nazioni europee, con l’Italia che, per bocca del suo premier Matteo Renzi, si era già resa ampiamente disponibile al graduale abbandono del carbone proprio durante l’incontro dello scorso giugno tra gli Stati Generali per il Clima. Le parole del Presidente del Consiglio debbono tramutarsi ora in provvedimenti certi e percorsi mirati che portino alla graduale chiusura di tutte le centrali a carbone operanti sul suolo italiano, la cui rilevanza riguarda l’impatto delle emissioni di CO2 più che la produzione di energia elettrica (il 13,5% del totale per l’Italia).

Il WWF rimarca e specifica che il nostro paese non ha nessuna necessità dell’energia che produce dalla combustione del carbone, avendo una sovrabbondanza di offerta per la produzione di energia elettrica a fronte di un massimo picco di domanda di meno della metà. La cessazione dell’attività degli impianti a carbone consentirà un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e un conseguente giovamento per l’ambiente e la salute dei cittadini.