Nel bel mezzo del vortice di terrore e morte che sta attraversando l’Europa, un ruolo sempre più centrale viene ricoperto dalla tecnologia e, nello specifico dai social network. Le piattaforme di messaggistica più popolari del mondo sono monitorate con attenzione maniacale dai servizi segreti di tutto il pianeta soprattutto nei momenti successivi agli attentati, perché proprio da queste piazze virtuali partono le rivendicazioni delle cellule del terrore autrici delle più terribili stragi.
Lo stesso è successo a seguito dei drammatici fatti di Parigi, con Telegram, piattaforma utilizzata con frequenza dai militanti dello Stato Islamico, che dopo la rivendicazione è riuscita a bloccare 78 canali riconducibili alla resistenza jihadista, presenti in 12 lingue diverse. Caratteristiche di Telegram sono la possibilità di stabilire conversazioni cifrate punto-punto, e scambiare file grandi fino ad 1,5 GB.
I canali della prima vera alternativa del più noto Whatsup consentono a un utente di inviare messaggi ai followers. “Ci ha infastidito apprendere che Telegram venisse usata dall’Isis per diffondere la sua propaganda. Questa settimana abbiamo bloccato 78 canali collegati all’Isis in 12 lingue”, hanno dichiarato i vertici della società.
Telegram ha sede a Berlino pur essendo stata creata due anni fa dai fondatori del social network russo VK, la sua peculiarità è l’assoluta sicurezza delle conversazioni e la possibilità di inviare messaggi di testo, vocali e video cifrati, anche di grandi dimensioni. Alcuni dei canali utilizzati dall’Isis contano oltre 10mila followers.