14 Novembre Giornata Mondiale sul Diabete. Momento di sensibilizzazione e di riflessione su una patologia cronica che sta segnando il nostro secolo avendo assunto da tempo le caratteristiche di una vera e propria epidemia. Fra le armi per sconfiggere il diabete c’è l’attività fisica da prescrivere come un vero e proprio farmaco. Ne ha parlato il Prof.Paolo Montera, dell’Università di Roma Tor Vergata, Endocrinologo e Medico dello Sport  del Servizio di Endocrinologia, Nutrizione e Metabolismo della casa di cura Villa Valeria di Roma, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione Genetica Oggi.

Professore prescrivere seriamente l’attività fisica un po’ come già si fa con i farmaci andando oltre il semplice consiglio. E’ così?

Si, questo nasce da una constatazione che è risultata molto evidente negli ultimi anni. Si è visto che lo stile di vita sedentario, che ci accompagna nelle nostre società industrializzate, è una delle prime dieci cause di morte più frequenti secondo l’OMS. Da questo e dal fatto che tutti coloro che facevano con una certa regolarità l’attività fisica avevano miglior controllo del Diabete di tipo 2, si è arrivati alla conclusione che affiancare alle norme alimentari anche un esercizio fisico strutturato, specificando che tipo di attività fare e come svolgerla, aveva dei vantaggi obiettivi, tanto da ridurre la quantità di farmaco da assumere.

Professore lei ha recentemente parlato di sostanziale differenza fra attività ed esercizio fisico. Ci aiuti a capirne di più.

L’attività fisica è semplicemente un movimento che non ha delle caratteristiche precise nel senso che il movimento è un’attività muscolare finalizzata a degli scopi ma priva di regolarità. L’esercizio fisico è invece qualcosa di più strutturato: E’ un esercizio finalizzato a regolare un diabete e per questo ha delle caratteristiche che non coincidono con lo sport che facciamo in palestra per sentirci più in forma. Per questo bisogna formare dei professionisti che sappiano come intervenire sui soggetti con diabete di tipo 2 a livello di esercizio fisico. Da una parte infatti il diabetico ha bisogno di perdere peso e di regolarizzare le sue glicemie senza portarlo in ipoglicemia.

Alcuni medici hanno parlato di una vera e propria epidemia di Diabete, quella che sta colpendo negli ultimi anni sempre più persone. Nella sola regione Lazio 300 mila persone, una popolazione superiore a quella di Catania, sanno di avere il diabete e probabilmente altre 100 mila lo hanno sviluppato senza saperlo. Oltre allo stile di vita le cause sono da ricercare anche nell’alimentazione?

Purtroppo nei paesi occidentali il tipo di alimentazione è molto ricca in zuccheri e carboidrati raffinati e in grassi saturi. Queste sostanze sono in grado di portare a malattia peggiorando inoltre il compenso glicemico e aumentando il grasso corporeo. La cosa che salta agli occhi è che, anche nei paesi in via di sviluppo, da quando è stato importato il nostro stile di vita si è visto raddoppiare la prevalenza del Diabete. In Asia per esempio dal 1997 al 2010 si è avuto un raddoppio dei casi di Diabete. In Africa un incremento dell’80% circa e in Sud America del 60% Non c’è dubbio che lo stile di vita basato sulla sedentarietà ci porta ad ammalarci con maggiore facilità.

Ascolta QUI l’intervista completa