Gela le speranze di chi, nel mondo della sinistra romana, lo avrebbe visto come il candidato sindaco ideale per la corsa alla carica di primo cittadino dell’Urbe Eterna. Walter Tocci ribadisce il suo no convinto e va oltre: “Se Pd e sinistra romana si trovano d’accordo solo sul mio nome, vuol dire che è un accordo destinato a durare poco”. Spiega Tocci: “Pd e sinistra non possono essere concordi solo sul proporre Walter Tocci sindaco di Roma. Serve anche un’idea. Un progetto comune”. 
Walter Tocci, senatore del partito democratico, è stato questa mattina ospite di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, ateneo che lo ha profondamente colpito, in diretta con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del programma ECG Regione.
Diverse le tematiche affrontate da Walter Tocci, che ha, tra le altre cose, ha dichiarato: “Non mi candido a sindaco di Roma, nonostante io sia un senatore del Partito Democratico che verrebbe appoggiato anche da Fassina e dagli esuli del Pd. La mia scelta è decisa da tanto tempo, io ho passato sette anni appassionanti in cui ho dedicato tutto me stesso a Roma, ma le cose appassionanti della vita sono anche irripetibili. La mia generazione ha fatto il suo tempo, è il momento che noi ci ritiriamo in seconda o in terza fila. Potrei mettere al servizio di una nuova generazione la mia esperienza. E aggiungo: metterei di nuovo d’accordo tutta la sinistra, ma se questo accordo avvenisse solo sul mio nome comunque non sarebbe solido. Spero che si trovi un accordo del Pd con la sinistra romana non solo sul mio nome, ma su un progetto, su un’idea”.
Walter Tocci pensa che Roma dovrebbe diventare una regione a sé stante: “Cancellare la parola Lazio dalla geografia nazionale? Lazio è una bella squadra e questo rimarrà comunque, ma il Lazio come regione è una finzione amministrativa, perché non c’è una identità, una omogeneità, né storica, né geografica, né economica. Se in futuro si aprisse una discussione sulla riduzione del numero delle regioni, e questo è un grande problema italiano, perché non si può andare avanti con venti regioni, se si dovessero fare 10-12 macroregioni, si potrebbe realizzare una regione più piccola, che sarebbe quella della Capitale, come accade ad esempio a Berlino. La Capitale in questo modo acquisirebbe poteri legislativi. La rinascita di Roma richiede una nuova politica economica, la capacità di creare lavoro, questo non può farlo soltanto un Comune, servono anche le funzioni legislative”.