In un modo o nell’altro Selvaggia Lucarelli finisce sempre sotto ai riflettori. Col massimo dell’onestà intellettuale possibile, però, dobbiamo sottolineare che questa volta non recita il ruolo del lupo cattivo. Con una gran dose di coraggio (ed incoscienza), Selvaggia Lucarelli entra a fondo nella polemica sulla tv del dolore scoperchiando tombe che alcuni avrebbero preferito chiuse. Prezzari, retroscena, modus operandi: ecco il prontuario di Selvaggia Lucarelli sulla tv del dolore.
Selvaggia Lucarelli contro la tv del dolore? Forse è più appropriato dire Selvaggia Lucarelli contro Mediaset. Perché la notizia, giornalisticamente rilevante, che la blogger mette in piazza poco tocca la Rai.
Non si tratta, infatti, di un Je Accuse sulla moralità di un certo intrattenimento culturale quanto di un voler accendere le luci su un mercato davvero spaventoso.
La fonte di questa sortita di Selvaggia Lucarelli sulla tv del dolore è un avvocato avvezzo agli studi televisivi che conferma un vero e proprio prezzario che parte dai 500 euro per i parenti alla lontana ed arriva fino ai 30mila euro “pagati alla moglie di Bossetti”. Nella “retribuzione” compaiono anche biglietti per lo stadio e qualche inviata particolarmente procace per rendere più allegri gli intervistati.
Quello che la Lucarelli svela su Barbara D’Urso, per bocca dell’avvocato, infine, è inquietante: “La D’Urso suggeriva anche le frasi da dire alla madre della Panarello”.
A Cologno non gradiranno l’articolo di Selvaggia Lucarelli sulla tv del dolore ma bisogna anche dire che nessuno è obbligato ad accettare le offerte e che a mercificare i propri sentimenti per prime sono tutte quelle persone che dovrebbero avere il cuore altrove.