Elsa Fornero, economista e già ministro del lavoro all’epoca del Governo Monti, è intervenuta su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano, rilasciando una lunga intervista a Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del programma ECG Regione. 
Tantissime le tematiche toccate dall’ex ministro Fornero, ha commentato tra presente e passato l’attualità politica ed economica a 360°.
Elsa Fornero è tornata sul suo operato da ministro all’interno del Governo Monti: “Il nostro Governo fu chiamato ad operare in condizioni di emergenza e chi si ricorda l’autunno del 2011 può sicuramente avere un’immagine viva della situazione in cui il Paese si trovava. Ora alcuni parlano di complotti, ma all’epoca il Governo Monti ebbe una grandissima maggioranza in Parlamento, anche dal PDL. Questa fiducia al Governo Monti fu data per fare delle cose che prima erano state promesse dallo stesso Governo. Cose che il Governo precedente aveva promesso per ottenere degli aiuti dalla BCE ma che non riusciva a fare. Tra queste cose ce n’erano due che furono chieste a me: la riforma delle pensioni, che approvammo in meno di 20 giorni,  e la riforma del mercato del lavoro. Questo io feci e poi in futuro la storia giudicherà. Oggi forse non siamo più nell’emergenza, non abbiamo superato tutti i nostri problemi, ma non siamo più nell’emergenza”.
Elsa  Fornero avverte poca riconoscenza attorno a sé e confessa di aver sofferto molto: “In politica non ci si deve aspettare riconoscenza. Io non ho sofferto la mancanza di riconoscenza ma ho sofferto molto gli attacchi subiti e forse se vogliamo anche la solitudine. Molte volte avrei voluto l’occasione per parlare direttamente con le persone, ma il cinismo della politica ha fatto sì che quelle riforme fossero applicate e subito dopo disconosciute, così da consentire alla politica di ritrovare la propria legittimazione dando ai tecnici che erano stati al governo la responsabilità di mali che invece derivavano da un ventennio di crescita assente, stentata o addirittura negativa”.
Elsa Fornero ha parlato dell’attuale legge di stabilità: “E’ onesto dire che sostanzialmente il Governo per il momento ha ingaggiato una discussione con l’Europa. Ha deciso di scambiare la flessibilità pensionistica a favore della flessibilità nei conti. Noi vogliamo andare in Europa e chiedere di avere un maggiore disavanzo, perché abbiamo fatto le riforme, siamo stati bravi e più di altri dobbiamo affrontare la questione rifugiati, problema grossissimo su cui l’Europa ha anche un pizzico di cattiva coscienza. Se il Governo avesse chiesto all’Europa di fare anche una controriforma delle pensioni, l’Europa avrebbe avuto molta più difficoltà, perché quello sui conti è un baluardo”.
Elsa Fornero è tornata a parlare dei giovani: “Mentre una volta era relativamente facile farsi un piano di vita di lungo termine, perché si poteva contare su un lavoro stabile e su una crescita salariale magari modesta ma continua, oggi quel mondo lì non è più a disposizione dei ragazzi. Il primo problema di oggi per i giovani è il lavoro: per chi ha un lavoro non esisterà il problema delle pensioni. Ce lo avranno, invece, quei ragazzi che non riescono ad accedere al mondo del lavoro. Per i giovani bisognerebbe creare un lavoro meno precario e poi dare dei sostegni adeguati a quei giovani che non ce l’avranno fatta. Qualcosa come reddito minimo oppure una qualche assicurazione di pensione minima. Non a tutti indiscriminatamente però. I giovani hanno sicuramente motivi di sconforto ma proprio perché sono giovani devono sempre reagire. La dedizione all’apprendimento di un mestiere è importante ad esempio. Noi abbiamo svilito le scuole professionali. Saper fare bene un mestiere non è meno dignitoso di un lavoro intellettuale magari cercato o acquisito attraverso una laurea un po’ scontata”.
Sul reddito di cittadinanza Elsa Fornero sposa la battaglia del Movimento Cinque Stelle: “Ho sostenuto il reddito di cittadinanza anche da Ministro. Dobbiamo passare da una logica che tende a dare molte garanzie indistinte a tutti, all’interno delle quali si nascondono molti privilegi, perché la trasparenza è poca, e arrivare a una garanzia di reddito di cittadinanza, che sia ovviamente ben costruita, perché siamo anche un Paese dove il tentativo di abusare delle casse pubbliche è sempre dietro l’angolo. Questa misura andrebbe fatta bene per aiutare le persone in difficoltà”.
Elsa Fornero sul Jobs Act::“E’ continuo rispetto alla nostra riforma. Anche lì, ricordo che molta parte di quella sinistra che poi non solo ha digerito ma addirittura approvato il jobs act, aveva sostenuto delle ipotesi di referendum contro la nostra modifica dell’articolo 18, che era tutto sommato ragionevole. Insomma, direi che il Jobs Act prende la nostra riforma del 2012 e la porta avanti. La cosa importante del Jobs Act era la riduzione del costo del lavoro, la detassazione del lavoro nella componente fiscale e questo è importante perché nel nostro Paese il lavoro in rapporto alla produttività costa più che altrove. A me dispiace una cosa: avevamo fatto molti sforzi per l’apprendistato, che vissuto in un periodo di globalizzazione può essere un grande ponte tra la scuola e il mondo del lavoro. Bisogna puntarci per migliorare il rapporto dei giovani con il lavoro”.
Sull’innalzamento del tetto del contante: “E’ una norma che favorisce gli evasori? Dipende dai controlli anche se al primo impatto è difficile sostenere il contrario. Il segnale è pericoloso, non è consono ad un Paese che dice di essere serio nella lotta all’evasione. Io in questo periodo sono negli Stati Uniti e il contante si usa pochissimo. Anche al supermercato si usa la carta di credito. In questo noi siamo indietro e questo messaggio del Governo è pericoloso”.
Elsa Fornero si commuove quando conferma di ricevere ancora minacce: “Ne ricevo ancora. Me ne è arrivata una molto stravagante e molto brutta non più tardi di quindici giorni fa. Minacce di morte, ma questo mi diceva: ‘stai tranquilla, so sparare, non rischi la vita, però…’. Io indubbiamente ne ho sofferto. Vorrei provare a spiegare a tutti che quello che l’ho fatto l’ho fatto cercando di aiutare il mio Paese senza nessun interesse personale. Ricevo anche delle lettere carine, prima di tutto dai giovani. Ci sono molte e-mail scritte da ragazzi che vivono in Italia che si sono resi conto che la mia riforma era indirizzata a loro. Noi pensavamo al Paese. Non mi interessava far felice Berlusconi o Bersani, la Camusso o altri. Noi guardavamo ai giovani, pensavamo a medio lungo termine. Molti ragazzi lo hanno capito e questo è importante”.