“Io ho visto tante cose, conosciuto molte persone importanti, sono stata usata come tangente, ho fatto e faccio la escort nella Roma di Suburra e di Mafia Capitale e se volete qualcosa ve la posso anche raccontare. A due condizioni: niente nomi e nessuna registrazione”.

Alice, nome di fantasia, è molto bella e molto furba. Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori di Ecg Regione, su Radio Cusano Campus, sono arrivati a lei dopo quasi un anno di passaparola e ricerche.  Romana, venticinque anni, dice di sé: “Vengo da una buona famiglia, sono laureata, non l’ho mai fatto per bisogno né per necessità. La mia droga sono i soldi e non esiste un altro lavoro al mondo in grado di farti guadagnare così tanto”.

Alice ha iniziato per gioco: “Lavoravo come commessa per pagarmi gli studi. Il mio datore di lavoro dell’epoca mi disse: se vieni a letto con me ti dò 4000 euro. Accettai. Mi piacque. Da allora questo è il mio lavoro. Ma per una escort come me non è soltanto un fatto di sesso. I miei clienti, avvocati, calciatori, attori, non pagano soltanto per fare l’amore. Pagano per sentirsi coccolati, pagano per sapere che posso essere la loro amante ma che non gli andrei mai sotto casa per chiedergli di lasciare moglie e figli e di mettersi con me. Pagano il mio corpo, ma anche il mio silenzio. Io ascolto tutti e non giudico nessuno”.

Alice lavora nel cuore di Roma in un appartamento che affaccia su una delle Piazze più prestigiose della Capitale. Ride quando le si chiede se esiste ancora la figura del pappone: “Assolutamente no. Io sono totalmente libera di fare ciò che faccio. Potrei smettere di fare la escort anche domani. Ma per ora mi piace, per ora va bene così”.

Il momento più difficile per Alice è stato l’inizio: “Prima lavoravo  mettendo annunci su internet. Un giorno entrarono in casa mia due persone fingendosi clienti. Mi rapinarono di tutto ciò che avevo e mi violentarono a turno tenendomi un coltello alla gola per impedirmi di muovermi, urlare, scappare. Fu terribile. Per due settimane non ho pensato ad altro. Poi, una mattina, mi sono svegliata e mi sono detta: o muori o riparti. E sono ripartita”.

Alice non ha denunciato alle forze dell’ordine l’accaduto: “Non amo parlare con la polizia. Ho preferito chiamare un amico. Che a sua volta ha chiamato un amico. Che a sua volta mi ha messo in contatto con un ragazzo dell’est. Nel giro di poche ore hanno trovato i due tizi che mi avevano fatto del male e mi hanno vendicata a dovere. Come? Non lo so di preciso, ma credo che porteranno i segni di quanto hanno fatto addosso per un bel po’ di tempo. Forse per sempre. La prossima volta prima di entrare in casa mia ci penseranno due volte”.

Da quel giorno, comunque, Alice ha deciso di lavorare in modo diverso: “Baso tutto sul passaparola. Non mi si trova su internet. E qui, dove lavoro, ci sono quattro telecamere e due sistemi d’allarme. I miei clienti lo sanno. Per loro non è un problema. Si fidano di me. E fanno bene”.

Alice si rivede nel personaggio della escort che appare nel film Suburra: “Un po’ Suburra ci prende. Funziona davvero così, tra feste e amici che ti presentano amici. Anche se la realtà va ben oltre la fiction. Io sono stata usata come tangente. Io sono stata usata per corrompere pubblici ufficiali. Sono stata usata come strumento per addolcire politici. E anche come regalo tra varie “bande” che decidevano di sancire una sorta di pace criminale. Venivo mandata come omaggio. Solo una cosa non ho mai accettato di fare: la spia. In certi giri non ci voglio entrare”.

Alice racconta di come avvengono gli incontri tra escort d’alto bordo e politici: “Ci sono sempre degli intermediari che organizzano delle cene in alcuni locali di Roma. In un tavolo ci sono i politici o i pubblici amministratori che si desidera corrompere, in un altro tavolo sempre dello stesso ristorante alcune ragazze che cenano insieme. All’apparenza tra le due tavolate non c’è nessun legame. In realtà quello da corrompere si gode la cena e poi decide con quale escort passare il resto della serata. Ovviamente è tutto pagato. Per quelle che vanno a cena ma non vengono “scelte” è previsto comunque un rimborso di 500 euro”. La ragazza scelta viene avvicinata dalla scorta, portata in macchina, perquisita, privata di ogni tipo di strumento elettronico e poi portata o nella casa dell’uomo da corrompere o, ancora più spesso, in albergo. Su una cosa Suburra sbaglia. Certi incontri tra politici e escort non avvengono in hotel di lusso nel cuore di Roma. Ma in motel di periferia in cui sia possibile dare poco nell’occhio”.