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Ponte sullo Stretto, i tecnici non la pensano come il Governo. Dott. Romeo (Isag) a Radio Cusano Campus: “Ecco perché sarebbe fondamentale realizzare il progetto”

La maggioranza di governo si divide ancora una volta sul Ponte sullo Stretto di Messina. Diverso l’approccio dei progettisti. “E’ una grande sfida per l’ingegneria italiana, nonché un intervento di estrema importanza per il Paese che ha necessità di dotarsi di infrastrutture moderne e all’avanguardia”, ha fatto sapere il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano. Dello stesso avviso il Dott. Filippo Romeo, Direttore del programma “Infrastrutture e sviluppo territoriale” dell’IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie), intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

“In questo momento le infrastrutture sia per il Meridione sia per lo Stretto di Messina, sono fondamentalissime –ha affermato Romeo-, proprio per i nuovi scenari che vedono tornare il Mediterraneo al centro della scena geopolitica e geoeconomica. Inoltre ci sono già dei rapporti economici che individuano nell’Africa il continente che, da qui a 20,30,50 anni, avrà un’esplosione a livello economico. Nella fascia orientale dell’Africa (Kenya, Tanzania) sono molte le nostre imprese impegnate nella creazione di infrastrutture all’avanguardia. Se pensiamo che l’Italia sta al centro del Mediterraneo, capiamo perfettamente che la crescita asiatica e la futura crescita africana  interessano in prima persona il nostro Paese che potrebbe fungere da piattaforma logistica del Mediterraneo. Però per far questo servono volontà politica e grande visione della politica che interpreti queste nuove tendenze”.

L’On. Scotto di Sel nei giorni scorsi ha criticato il ritorno del progetto del Ponte nel dibattito politico, per questioni legate alla legalità e all’ambiente. “Il progetto –ha sottolineato Romeo- rappresenta un’eccellenza dell’ingegneria italiana a livello globale, sarebbe un peccato abbandonarlo e non valorizzarlo. Abbandonando definitivamente questo progetto, butteremmo a mare tutti i soldi della progettazione che va avanti dagli anni ’80. Riguardo alla legalità e alla questione ambientale, non possiamo ogni volta mettere in primo piano il discorso della corruzione. Non è possibile che uno Stato serio blocchi le opere perché c’è il problema della criminalità. Bisognerebbe arginare questo problema e successivamente realizzare le opere che creano sviluppo nel Paese”.

Radio Cusano Campus

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