In principio si chiamava Ornitottero e con questo nome si definiva  una struttura simile ad un  aeromobile caratterizzato da una superficie alare battente. Il primo tentativo di realizzare un ornitottero risale a Leonardo da Vinci, il cui sforzo rappresenta probabilmente il più antico esperimento nella progettazione di un oggetto volante più pesante dell’aria. Il complesso meccanismo riproduceva le ali di un uccello, basato sull’idea di ispirazione mitologica legata alla storia di Dedalo ed Icaro. Il primo ornitottero capace di volare venne costruito in Francia nel 1870 sul modello pensato da Gustave Trouvé che riuscì a staccarsi da terra per una distanza di 70 metri in una dimostrazione all’Accademia francese delle Scienze.

Nell’arco dei secoli sono stati innumerevoli le riproduzioni e altrettanti i tentativi di volare, non sempre finiti con gli applausi scroscianti del pubblico pagante. Se però avete intenzione di ammirare da vicino un esemplare di ornitottero, in tutto e per tutto uguale al progetto del genio di Vinci, allora l’appuntamento è con la mostra ‘Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo’, in Piazza della Scala a Milano. All’interno è presente una macchina volante che sembra stia per spiccare il volo, anche se nei fatti non ne sarebbe in grado.

Ispirata al volo dell’aquila, ha un’apertura alare di 12 metri e pesa 80 chili. Mario Taddei, autore della ricostruzione, ne tratteggia caratteristiche e potenzialità: ”A imitazione dell’eleganza e della tecnica di volo dell’aquila, Leonardo ha concepito una macchina volante leggera ma robusta. Il funzionamento si basa su sistemi a carrucola che permettono di piegare, battere e girare le ali dotate di più di 100 sportelletti in lino cerato a imitazione delle piume, che fanno passare l’aria in alzata e si chiudono in battuta […]La macchina volante funziona, continua Taddei, ma ”un essere umano non è in grado di battere le ali con la frequenza necessaria per volare[…]”.