Roma e Giubileo: sono giorni caldi per la Capitale. Manca sempre di meno all’inizio dell’Anno Santo straordinario convocato da Papa Francesco e Rutelli, ex sindaco dell’Urbe Eterna, non ha nascosto la propria preoccupazione intervenendo questa mattina sulla radio dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. 

Roma, il Giubileo è alle porte e Francesco Rutelli ammette, da romano, di essere preoccupato: “Diciamo la verità, se fermiamo qualunque nostro concittadino per strada e gli chiediamo se si sente tranquillo difficilmente avremo risposte positive. La situazione è molto critica per la città, questo è il punto di fondo, quindi diventa più critica rispetto  alla complessità di un avvenimento che ha ancora dei contorni sfumati. Sapevamo da 700 anni che ci sarebbe stato il Giubileo del 2000, questo invece è stato indetto ad inizio marzo ed avrà un carattere molto diverso. Non ci saranno le centinaia di iniziative che ci furono nel 2000, quando vennero a Roma tutti i rappresentanti di tutte le grandi categorie culturali, sociali, politiche ed ecclesiastiche del mondo. Ora bisogna migliorare la pulizia della città, alcune situazioni di manutenzione carente, segnaletica, informazioni, sicurezza e farlo a beneficio della città ed anche di chi verrà per il Giubileo. La preoccupazione- prosegue Francesco Rutelli su Radio Cusano Campus – per la vita ordinaria della città e per quei milioni di pellegrini in arrivo, su cui si leggono dei numeri a papero e non credibili, coincidono. La città deve essere un po’ meglio organizzata nei trasporti, nella viabilità e nel decoro. Speriamo che ci riesca”.

Giubileo a parte, a Roma sono ore calde anche per la querelle che vede protagonisti, a distanza, il Vaticano e il Sindaco Marino. Francesco Rutelli non prende posizione, ma ammette: “In questo periodo non ho mai voluto fare una polemica diretta perché non serve a nulla.  Non esiste una Roma laica e una Roma cattolica, ce n’è una da sempre. L’amministrazione civica deve fare la sua parte, avere un buon rapporto con il Vaticano e cercare di collaborare. Tutto il resto non serve a nulla.  Io non sono mai andato al seguito del Papa, anche perché il Santo Padre è il Vescovo di Roma e spesso fa delle messe nelle chiese di periferia, in città, Andare lì è del tutto normale, l’idea che uno per incontrare il Papa debba andare oltre oceano con tutto quello che c’è da fare a Roma è obiettivamente una idea singolare. Evidentemente c’erano altre cose da fare, vedremo un giorno o l’altro i risultati”.

 

In questi mesi, fa capire Francesco Rutelli,  l’amministrazione ha fatto poco per preparare il Giubileo: “Il Governo c’ha messo la faccia. Renzi e altri esponenti del Governo, Prefetto in primis, sono in prima linea. Tutti sono su questa barca e tutti si sono impegnati. Gli aspetti sono molto pratici, il Comune di Roma ha un bilancio ordinario  che è fatto di spese correnti e investimenti. Gli investimenti fattibili in base al bilancio del Comune non sono moltissimi per il patto di stabilità e per altre situazioni. Diciamo che un paio di cento milioni di euro il Comune di Roma ce l’ha nel bilancio del 2015, quando è stato annunciato il Giubileo a quelli che me l’hanno chiesto io ho detto che sarebbe stato giusto fermare tutto, spostare gli investimenti ordinari al 2016 e fare subito un piano della città per le cose indispensabili. Questo si poteva fare il giorno dopo l’annuncio del Giubileo, col bilancio ordinario del Comune. Questo secondo me avrebbe spinto il Governo a dare più soldi. Non sarebbe stato così difficile prendere un paio di cento milioni dal bilancio del Comune e fare progetti esecutivi, perché non bastano dei tweet o delle schede, al contrario si è puntato ad aspettare che intervenisse il Governo, che invece non vedendo progetti esecutivi ma solo una lista di cose possibili che è cambiata già tre quattro volte e ancora non è sfociata nemmeno nell’assegnazione di una gara. Ora i lavori saranno minimi o resteranno aperti anche durante il Giubileo. Non voglio individuare colpevoli, ognuno può giudicare”.

 

 

Secondo Francesco Rutelli, Giubileo a parte, Roma dovrebbe ricordarsi di quanto è grande: “Per lavoro mi capita spesso di essere all’estero e mi dispiace che tornando a Roma da luoghi in cui si respira voglia di cambiamento si sta ancora a discutere sul perché il marciapiede sotto casa è sporco. Stiamo veramente messi male. Bisogna presentare ad una città figure nuove, persone nuove, capacità nuove. Dobbiamo ricordarci cos’è Roma. Siamo qualcosa che parla al mondo, sempre. Ce lo dobbiamo ricordare e non parlare sempre e solo delle buche nelle strade, che comunque sono da togliere”.