Le conseguenze della strage alla Mecca: accuse iraniane alla negligenza saudita. Secondo l’antropologa Tiziana Ciavardini si rischia un caso diplomatico tra Iran e Arabia Saudita se a breve non verrá chiarita la vicenda dell’ex ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Libano, Ghazanfar Mohammad Aslroknabadi che al momento é fra i dispersi dell’apocalisse della Mecca.

“Le autorità saudite negano l’ingesso del diplomatico iraniano, ma in base al documento pubblicato ieri dal ministero degli esteri iraniano, egli è entrato con un valido e regolare visto saudita, con un passaporto ordinario, e ha partecipato ai riti del pellegrinaggio, ma dal giorno della strage non si hanno più notizie di lui. Il diplomatico era giá scampato ad un attentato all’ambasciata iraniana a Beirut, nella quale rimasero uccise diverse persone fra le quali lo shaykh Ibrahim Ansari addetto culturale all’ambasciata. Al momento sono circa 1500 i musulmani morti soffocati lo scorso 24 settembre durante il rituale pellegrinaggio alla Mecca in Arabia Saudita. Si parla di 20 TIR con circa 3000 cadaveri cosí come riportato da Mr. Said Ouhadi responsabile dell’Organizzazione dell’Hajj. Il pellegrinaggio alla Mecca é il piú grande raduno di tutti i musulmani al mondo. Nel quinto pilastro della religione islamica ogni musulmano una volta nella vita deve compiere il pellegrinaggio alla MECCA (Hajj). Secondo le norme tutti i pellegrini sono uguali e con pari diritti, anzi l’essenza dell’Hajj consiste in un grande e fraterno raduno divino. I sauditi peró hanno deciso di dividere questo grande raduno in tre grandi gruppi in cui il primo é costituito dai sauditi, il secondo dagli appartenenti ai paesi arabi e il terzo il piú grande quello in cui confluiscono tutti i mussulmani provenienti da tutto il mondo compresi gli iraniani”, ci ha scritto l’antropologa Tiziana Ciavardini commentando quanto sta accadendo.

Tiziana Ciavardini aggiunge: “Di tutti i paesi musulmani il paese che piú ha criticato la gestione dell’Arabia Saudita nell’annuale pellegrinaggio alla Mecca é stato proprio l’Iran. I recenti dati mostrano che le perdite iraniane sono circa 150 con circa 300 dispersi e molti ricoverati. Subito dopo l’incidente la Guida Suprema iraniana ha dichiarato tre giorni di lutto e da subito ha criticato la negligenza dei sauditi. La situazione si é complicata ancor di piú quando hanno iniziato a girare le prime voci sulle reali cause dell’incidente. Molte fonti dichiarano che il motivo principale di questa strage é stato causato dalla chiusura di alcune strade la 204 e la 215 nella cittá di Mina vicino alla Mecca”.

Tiziana Ciavardini spiega: “Queste strade danno l’accesso ai pellegrini per arrivare alle colonne che devono essere lapidate con il lancio di sassi in quanto rappresentano la malvagitá di Satana. Secondo la rete Fars News successivamente ripresa da altre agenzie di stampa il figlio del Monarca Saudita ed erede al trono, Muhammad bin Salman bin Abdul Aziz, proprio quel giorno aveva deciso di effettuare un suo pellegrinaggio privato. Per lui e le sue decine di accompagnatori, i funzionari sauditi hanno chiuso 2 delle 3 corsie. A quel punto la gente é stata spintonata nell’unico tragitto rimanente causando una immane ammasso di persone l’una sull’altra morte per soffocamento”.

Ancora Tiziana Ciavardini racconta: “Un quotidiano libanese inoltre rivela che la scorta del figlio del re era formata da 200 soldati e 150 poliziotti che hanno costretto la gente a transitare per un passaggio stretto causando il sovraffolamento della strada con relativo asfissiamento. Il Re Salman subito dopo la tragedia ha ordinato di preparare una lista di 28 funzionari sauditi da impiccare all’indomani dell’episodio per mostrare di aver punito i colpevoli, ma la lista viene riempita arbitrariamente ed i veri responsabili, suo figlio e la scorta, rimarranno chiaramente impuniti. Dopo la strage si sono svolte manifestazioni lungo le strade di Tehran per accusare la gestione saudita e da alcuni giorni le forze di polizia iraniane stanno facendo da cordone di sicurezza davanti all’Ambasciata Saudita a Tehran per impedire agli iraniani di contestare l’indolenza nella gestione dell’hajji di quest’anno e soprattutto la gestione dei soccorsi alla tragedia. Ad oggi nessun paese ha la possibilitá di investigare sull’accaduto”.

Spiega ancora Tiziana Ciavardini: “Il l Ministro della salute Iraniano Hassan Hashemi si é recato in Arabia Saudita per prestare soccorso ai pellegrini iraniani e non certo per indagare sull’accaduto. Al suo volo in un primo momento era stato negato il permeso di atterrare a Jedda. La Repubblica islamica per ora chiede giustizia per i colpevoli della tragedia e le scuse alle famiglie delle vittime. Il procuratore generale iraniano Ebrahim Raeisi ha dichiarato alla IRIB la radio di Stato iraniana che la strage in Arabia Saudita é un crimine che va punito ed ha dichiarato “Al Saud (famiglia regnante) deve sapere che noi perseguiremo il processo contro i autori di questo orrendo crimine attraverso i tribunali internazionali”.

Aggiunge Tiziana Ciavardini: “Al momento il Presidente Hassan Rohani é di rientro a Tehran dopo la conferenza delle Nazioni Unite a New York per assistere ai funerali dei pellegrini musulmani morti alla Mecca. Pellegrini che la Guida Suprema ha giá dichiarato ‘martiri’”.