L’analfabetismo funzionale consiste nell’incapacità a usare in modo efficace le competenze di base, quali lettura, scrittura e calcolo, per muoversi autonomamente nella società contemporanea. L’analfabeta funzionale è apparentemente autonomo e non è consapevole del problema ma in realtà non è in grado «di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità». Un analfabeta funzionale interpreta il mondo basandosi esclusivamente sulle sue esperienze dirette.

Quanti sono gli analfabeti funzionali in Italia? Tanti, per non parlare dell’analfabetismo di ritorno. Lo dicono le statistiche. Questa sarebbe la “colta” platea che si è scagliata in massa contro la Miss italiota 2015? Per carità il surreale contenuto della sua dichiarazione televisiva non si discute, anche se deriva dall’altrettanto surreale domanda partorita da autori televisivi strapagati.

Ma il feroce attacco che si è scatenato nei suoi confronti è sicuramente più odioso. Perché arriva da un popolo social, che statisticamente non illumina la scena letteraria con i suoi post, che si nutre di omofilia, che reinventa la propria vita con ridicole sceneggiature, che copia e manipola citazioni per un “mi piace”.

Le masse quando fiutano l’odore della preda da sacrificare sono orribili: crudeli e ciniche con la miss, che li fa sentire più saggi e superiori, tolleranti e a tratti adoranti con capi di governo che della volgarità e del banale pornografico ne hanno fatto un tratto distintivo del linguaggio e dello stile di vita.

Comici poi gli intellettuali, nel senso sindacale del termine, che cominciano a raccontare le storie di donne eroiche vissute nella seconda guerra mondiale. Che noia queste lezioncine in risposta alla televisione che produce ignoranza ogni minuto, che tristezza queste riflessioni cattedratiche in grado di sfidare solo il nulla.

Mai accaduto che uno di loro abbia scritto che i programmi della De Filippi fanno schifo, forse perché non si sa mai…

Umberto Eco, nel suo libro “Diario Minimo”, scrisse che alla base del successo di Mike Bongiorno c’era l’identificazione dell’italiano medio nel famoso conduttore. Nello spietato attacco a reti unificate alla Miss c’è l’italiano mediocre, che vomita i suoi insulti, mentre la figlia in camera, nel suo personale studio televisivo, si spoglia davanti alla webcam in cambio di una ricarica telefonica. Le miss whatsapp che un giorno ci diranno in che epoca avrebbero voluto vivere.