Un vulcano, un fiume in piena. Stefano Esposito, Assessore ai Trasporti di Roma Capitale, non si tira indietro e risponde punto su punto. Soprattutto a Eros Ramazzotti, che in una recente intervista ha criticato aspramente Roma, il Sindaco di Roma e la Giunta che Roma ha il compito di amministrare.
Esposito ha risposto a Eros Ramazzotti, molto critico con Roma e la Giunta Capitolina in una recente intervista: “Sono un liberale, tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione. Dire che le cose non vanno a Roma è ormai diventato uno sport nazionale, così come sparare sul Sindaco Marino. Ogni tanto mi piacerebbe sentire questi autorevoli personaggi fare un pizzico di autocritica. Dov’era Ramazzotti quando negli anni della giunta Alemanno dove questa città è stata saccheggiata e massacrata? C’è una sua dichiarazione su quant’era sporca Roma? Ha mai detto la sua sulla parentopoli di Atac o sulle biglietterie parallele? Ognuno ha diritto di dire ciò che crede, la memoria in questo Paese non c’è. Non è che noi siamo qui perché Ignazio Marino è un incapace, ma perché ci siamo trovati una città con un debito fuori controllo, con una situazione di illegalità che è stata scoperchiata grazie alla Procura. Evidentemente prima dormivano tutti e sono svegliati solo ora”.
Sempre a proposito di Roma, Esposito è un fiume in pena sulle parole di Ramazzotti e rivela, in passato, di aver lavorato per il cantautore romano: “Roma ha dei problemi ma questi problemi non derivano da ieri, ci sono anche a causa di una situazione complicata che è stata ereditata, ma questo non se lo ricorda più nessuno. Quando questa giunta si è insediata c’era un’illegalità diffusa, non c’era il bilancio, anche noi abbiamo commesso degli errori, ma risolvere la situazione è difficile. Nella mia vita mi è capitato di lavorare per Ramazzotti, lui sicuramente non se lo ricorderà ma io ero uno di quelli che lavorava quando c’erano grandi eventi, ricordo che una volta passammo venti giorni a fare le prove al Palazzetto di Brescia. Ora gli chiedo di dedicarmi un’ora del suo tempo, così gli racconto qual è la situazione vera, così troviamo il mondo che Ramazzotti ci possa dare una mano, con la sua autorevolezza, a far capire ai romani che c’è la possibilità di aiutare la città facendo tutti il proprio dovere”.
Su una cosa, però, Ramazzotti ha ragione quando parla di Roma, almeno secondo Esposito: “Ha ragione quando dice che bisogna cambiare la mentalità di chi amministra Roma ma anche la mentalità di chi abita a Roma. A Ramazzotti rilancio e dico che noi stiamo mettendo in campo tutto quello che possiamo, ma Ramazzotti ha voglia di darci una mano a far cambiare mentalità ai cittadini romani? Se Ramazzotti vuole lo incontro volentieri, gli faccio vedere com’è la situazione a Roma, che cosa abbiamo ereditato. Ci dia una mano a cambiare la mentalità dei romani. Non è che Roma vive così solo perché c’è un consiglio capitolino piuttosto che una giunta di incapaci o di incompetenti, ma anche perché c’è una mentalità radicata in cui si pensa che è sempre colpa di qualcun altro, che una mano lava l’altra, che poi alla fine tutto si aggiusta. Il mondo è cambiato, Roma ha delle potenzialità straordinarie ma tutti devono dare il proprio contributo. Se ognuno facesse la propria piccolissima parte ci aiuteremmo. Faccio un esempio, se su un bus sale un controllore e ci sono quattro cittadini su dieci che hanno pagato il biglietto, se i quattro esprimessero il loro disappunto nei confronti dei sei che non pagano aiuterebbero il lavoro di quel controllore. Nelle grandi città europee chi non paga il biglietto viene fatto sentire come un truffatore, invece qui tra il controllore e il portoghese si sta col portoghese, non con il controllore. Basta col volemose bene, anche i romani devono dare una mano. Noi che governiamo la maggior parte della responsabilità, ma proviamo tutti insieme qualche mese a darci una mano verso un’unica direzione”.