Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli ha rilasciato un’intervista fiume a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, parlando di moltissime tematiche durante il dialogo con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione.
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Gabrielli si aspettava che il ruolo di Prefetto della Capitale fosse complicato. Ma non così tanto: “Il Prefetto di Roma, con buona pace di tante altre realtà del Paese, è sempre il Prefetto della Capitale. Pensavo che ci dovesse essere un surpluss di impegno, ma non che si toccassero queste vette. La cosa che più mi sta preoccupando in questi giorni? Il clima, ma non quello meteorologico. Il clima che vivo nella città, mi piacerebbe che in un momento così complicato per la vita di Roma, per le tante cose che ci impegneranno nei prossimi mesi, ci fosse un clima di maggiore coesione. Invece a volte avverto una sorta di corsa al cupio dissolvi“.
Secondo Gabrielli, Roma e i romani devono smetterla di piangersi addosso: “Questi sono i miei sentimenti. Anche se non vorrei che passasse una logica secondo la quale fossero i cittadini gli unici responsabili della situazione che viviamo. Se tutti noi, a partire dalle Istituzioni, che hanno le responsabilità maggiore, recuperassimo uno spirito costruttivo, sicuramente tutto andrebbe meglio. Invece c’è sempre una rincorsa a vedere le cose che non vanno e troppo spesso in questo il sistema dell’informazione non ci dà una mano. Dobbiamo semplicemente prendere coscienza delle tante criticità che vivono in questa città, che per grandissima parte non sono nate oggi ma fanno capo a tanti problemi che non sono stati risolti nel tempo. Viviamo un momento molto difficile, dovremmo rimboccarci tutti le maniche“.
Sibillino il suo commento sul Sindaco di Roma Ignazio Marino: “Il Sindaco è fuori da determinate logiche e gruppi reali o presunti di potere. In qualche modo a volte può sembrare fuori dal mondo. Magari è fuori da certi mondi e questa è stata la sua forza e la sua debolezza. Tanti gli hanno fatto una guerra che è spropositata rispetto alle sue reali responsabilità. Spesso ho visto verso Marino molto accanimento, anche dove era complicato dargli delle reali colpe”.
Sul processo legato a Mafia Capitale, ormai prossimo all’inizio: “Non saremo mai sufficientemente grati all’azione della magistratura. Solo i giudici potranno definire la questione legata alla mafia, anche se già importanti pronunce hanno riconosciuto la bontà dell’impianto accusatorio. L’importanza di questa inchiesta è duplice: da un lato ha evidenziato dei guasti nella macchina, con rapporti perversi tra chi aveva responsabilità di governarla e chi in qualche modo dava esecuzione agli indirizzi della parte politica. Dall’altro ha posto al centro dell’attenzione il ruolo che la criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, ha in alcune realtà del Paese, che magari si aveva interesse a rappresentare come aree non interessate da questi fenomeni”.
Sull’emergenza sicurezza a Roma, cosa di cui molti hanno parlato negli ultimi mesi: “Mi piacerebbe che tutti quelli che parlano della condizione della sicurezza della nostra Capitale avessero il buongusto di confrontarla con le realtà che sono in qualche modo paragonabili a Roma, come le grandi capitali europee o le grandi città italiane. Ci sono organizzazioni molto serie che ad esempio in termini di sicurezza pongono Roma al nono posto in Italia. Poi c’è un tema, quello legato alla sicurezza percepita, e questo purtroppo è importante, da non sottovalutare, perché quando la gente ha paura e si sente insicura le istituzioni non possono risolvere il problema con le statistiche. Però questo è un dato che attiene a molti altri fattori: degrado, non perfetta pulizia della città, critica gestione del verde pubblico. Nel suo complesso, però, Roma non può essere rappresentata come una città insicura”.
Sui rischi legati al terrorismo internazionale: “Roma e l’Italia sono possibili obiettivi, di questo bisogna avere consapevolezza senza vivere in una condizione di paura permanente. Ci stiamo attrezzando, gli apparati stanno lavorando svolgendo una efficacie azione preventiva. Ovviamente anche qui bisogna essere consapevoli che come non esiste un rischio zero non esiste neanche una sicurezza assoluta“.
Sulla questione prostituzione, Gabrielli auspica quanto prima un intervento legislativo e sembra suggerire il ritorno alle Case Chiuse: “Su questo bisogna fare chiarezza. Io sostengo da tempo che fino a quando nel nostro Paese non si affronterà il tema della prostituzione in modo meno bigotto difficilmente si troverà una soluzione. La Legge Merlin fu una grande conquista, perché riferita ad un periodo storico importante. Oggi credo che si debba prendere coscienza del fatto che la prostituzione, oltre ad essere un fenomeno con forti connotazioni criminali, è anche e soprattutto una questione mercantile. Esistono una domanda e un’offerta. Lungi dall’essere in declino, questa domanda è abbastanza importante e a questa domanda risponde un’offerta, quindi credo che un Paese civile davanti a ogni fenomeno non si debba porre in un’ottica di apparente negazionismo. Certi fenomeni vanno governati e sicuramente non lo si può fare come accade adesso, con questa prostituzione da strada che esaspera i cittadini. I quartieri a luci rosse non possono essere una soluzione, a legislazione vigente rappresentano una forma di favoreggiamento della prostituzione e quindi non possono essere realizzati. Al contrario credo che è possibile fare in modo che una serie di zone della città siano salvaguardate. Rispetto a questi fenomeni i cittadini devono avere una vita dignitosa e tranquilla. Poi ovviamente c’è anche il tema delle tratte e dello sfruttamento. Trovo assolutamente legittimo che nel nuovo regolamento di polizia urbana il Comune sanzioni pesantemente certe manifestazioni, non solo con riferimento all’offerta ma anche con riferimento alla domanda. Tutto questo in attesa che si regolamenti una volta e per sempre in maniera dignitosa per chi esercita questa professione, anche nel rispetto del pubblico erario, perché non capisco come mai certe prestazioni debbano essere esenti dalla tassazione. Le tanto vituperate case chiuse avevano due elementi di grande sicurezza: quella sanitaria e quella che portava i tenutari a pagare le tasse. Tra poco, direbbe qualcuno, si pagherà una tassa per l’aria che si respira e allora non vedo perché determinate situazioni, che sono sotto gli occhi di tutti, non debbano essere regolamentate. Nel frattempo, il Comune di Roma per tutelare la vita dei cittadini, deve mettere in atto delle sanzioni per chi vuole trovare o offrire una prestazione sessuale in determinati luoghi”.
Secondo Gabrielli, anche in merito allo spaccio di droga, non possono esistere zone franche: “Nel mondo che vorrei le zone franche, le zone in cui il cittadino percepisce che ci siano alcuni soggetti in grado di poter fare ciò che vogliono in maniera impunita, non dovrebbero mai esistere. Producono un effetto devastante. Su questo io ho notato un’attenzione particolare da parte delle forze di polizia. Posso assicurare che certe tematiche sono al vertice delle nostre preoccupazioni”.
Infine una battuta sul Giubileo. Come si aspetta Gabrielli Roma una volta terminato l’Anno Santo Straordinario convocato da Papa Francesco: “Sicuramente la vorrei migliore di come ora l’abbiamo sotto gli occhi. In questi giorni parlavo con alcuni operatori del settore alberghiero che mi facevano notare come anche nel grande Giubileo del 2000 le presenze aumentarono del 4%, perché in queste situazioni si verifica una sorta di saldo tra l’aumento dei pellegrini e una flessione del turista, che di solito non va in alcuni luoghi quando questi sono particolarmente affollati. Però mi hanno fatto notare che l’anno dopo, nel 2001, fino al 10 settembre, l’aumento dei turisti fu del 18%. Il GIubileo, quindi, svolse una funzione di traino rispetto a una rappresentazione di una Roma che era godibile da visitare. La vera sfida, quindi, anche se abbiamo tanti più problemi del 2000, è dare una diversa immagine della nostra città, perché i romani e le istituzioni di questa città sono in grado anche di dare una risposta in termini di scatto. Se questo avverrà i benefici non li avremo nel 2016 ma sicuramente nel 2017 e sarebbe uno spot importante anche per quelle altre aspirazioni che la città coltiva. Sulle nostre spalle pesano tante responsabilità, ma in particolar modo dobbiamo dare a questa città l’immagine e la sostanza che le spetta e che merita”.