Dai, non prendiamoci in giro. Dicevamo di essere tristi per la fine delle vacanze, ma il primo giorno di scuola in realtà era una festa. Una festa da vivere intimamente, senza esternare quei sentimenti positivi che provavamo nel rivedere i compagni di classe, gli amici, o quella ragazza (o ragazzo) che ci piaceva tanto e che facevamo di tutto per incontrare alla macchinetta del caffè. 

Il primo giorno di scuola è il momento dei buoni propositi, con la campanella che scandisce le ore, i giorni e gli anni di una vita che corre veloce e che proprio tra i banchi di scuola si inizia a conoscere, almeno un po’, in ogni sua sfaccettatura.  Oggi quella campanella suonerà di nuovo, aprire l’anno scolastico, segnerà l’inizio del primo giorno di scuola per circa nove milioni di ragazzi che proprio mentre sto scrivendo questo pezzo stanno facendo il loro rientro in classe.

Tra questi nove milioni di studenti c’è il futuro del nostro Paese. Per questo gli auguro un primo giorno di scuola ricco di spensieratezza e consapevolezza al tempo stesso. Non fatevi inghiottire dal gruppo, siate sempre voi stessi, avete tra le mani un foglio bianco chiamato vita, spetterà a voi scrivere parola dopo parola ciò che sarete in questo viaggio di cui potete diventare assoluti protagonisti.

Studiate, perché la cultura è la migliore arma contro ogni tipo di oppressione, abbiate rispetto dei vostri compagni, perché vi dispiacerebbe se loro non lo avessero di voi, cercate di entrare in classe, in questo primo giorno di scuola, con un obiettivo preciso: emergere.  Non è vero che questo Paese è morto, anzi. Ad essere morto è chi vi racconta queste balle. Viviamo in un periodo pieno di opportunità pazzesche. Il vostro primo giorno di scuola è l’inizio o la ripresa di un allenamento che vi aiuterà a coglierle quando all’improvviso si paleseranno davanti ai vostri occhi.

In bocca al lupo.