Matteo Caponetti, responsabile delegazione dell’Associazione Solidarité – Identités, associazione a vocazione caritatevole ed umanitaria, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

La delegazione di Solidarité – Identités si trova nelle enclavi serbe del Kosovo, dove vivono popolazioni serbe, totalmente circondate da territori a maggioranza non serba. “Abbiamo iniziato la nostra attività solidale in Kosovo nel 2011 –ha spiegato Caponetti-. Aiutiamo le famiglie più bisognose e soprattutto gli studenti. La popolazione serba, dopo la guerra dei Balcani e l’auto proclamazione di indipendenza del Kosovo, è rimasta qui perché non vuole lasciare la propria tradizione e identità alla parte albanese. E’ una popolazione che soffre perché non ha futuro, non può vivere una vita normale. Questo si vede negli occhi delle persone che si incontrano, chi fa volontariato in queste zone prova una sensazione forte che si porta dietro per tutta la vita. Un tempo i due popoli, quello albanese e quello serbo, erano fratelli; oggi, dopo la guerra voluta da altri, c’è un forte sentimento di ostilità tra le due etnie. Da una parte c’è uno stato nuovo, una popolazione che non ha identità e cerca di legarsi all’Albania come storia e tradizione e riceve fondi per costruire, ha un futuro; dall’altra parte la popolazione delle enclavi serbe, che non vivono, ma sopravvivono giorno per giorno. Il Kosovo non esiste neanche giuridicamente, perché si è auto proclamato indipendente, non è un vero e proprio stato. Si sta cercando di dare un indirizzo definitivo alla situazione kosovara. Noi, come associazione, facciamo varie iniziative per aiutare la popolazione serba, con raccolte fondi ad esempio. Questa collaborazione tra giovani volontari europei ci permette di portare aiuti completi, come libri, abbigliamento e attrezzatura sportiva per gli studenti”.