E’ il successo dell’anno e rischia di piazzarsi nell’Olimpo dei preferiti di sempre, magari sotto all’inavvicinabile “Breaking Bad” ma molto al di sopra dell’osannata seconda stagione di “True Detective” che si sta un po’ troppo incartando su se stessa. Stiamo parlando di “Wayward Pines”, la mini-serie che ha proposto in questi mesi Fox e che ha raccolto giudizi entusiasti da parte del pubblico italiano. Prevedere il futuro di un prodotto televisivo è sempre difficile ma c’erano due o tre elementi di partenza che ne facevano intravedere il botto che poi ha meritatamente fatto. Vediamoli insieme.

“Wayward Pines” spacca. Perché?

Il cast
I nomi della serie tv sono di primissimo livello. Il protagonista è un rigenerato Matt Dillon ma sul set giravano anche attori come Carla Gugino (amatissima in “Sin City”), Juliette Lewis (regina sessuale nella comunità Nerd) e quel Terrence Howard che ha fatto la sua bella figura in “Iron Man”. Da solo questo non è un elemento sufficiente per intuire la felice sorte del prodotto perché ormai avere fior fiore di professionisti è la base di ogni serie che si rispetti ma è una buona base.

Il background
La fiction è una trasposizione della trilogia di romanzi omonimi pubblicata tra il 2012 e il 2014. Lo scrittore, Blake Crouch, ha apertamente dichiarato di essersi ispirato alla serie cult degli anni novanta “I segreti di Twin Peaks” di David Lynch. Già di per sé un’ottima partenza. A fare la differenza, poi, è stata la produzione esecutiva curata da “un certo” M. Night Shyamalan che da “Il sesto senso” in poi è diventato un regista di culto del genere thriller e fantascienza.

La durata
Siamo tutti di fretta. “Wayward Pines” dura il giusto livello di attenzione e cioè 10 episodi. Si possono concentrare in tre serate o diluire in un arco di tempo accettabile per chi ha una vita privata e relazioni sociali che superino il vis à vis col telecomando.

Il finale
“Lost” insegna che anche l’idea narrativa più forte di sempre può fare da effetto boomerang se l’ultima puntata non è a livello. Ci sono state serie come “The Leftovers” che hanno perso al fotofinish mentre “Wayward Pines” si conclude (e già di per sé è una novità) e si conclude con un botto che, per ovvie ragioni di spoileraggio, non sveliamo.

Se adorate il mistero, se vi intrigano personaggi loschi, se una buona dose di adrenalina nelle vene vi garba… la cittadina di “Wayward Pines” sarà lieta di accogliervi.