La voglia ineludibile di non fermarsi, di crescere e di migliorarsi. La vocazione per la formazione e per la diffusione della conoscenza, la determinazione accompagnata dall’ansia di giungere all’eccellenza attraverso una proposta didattica sempre più completa, con un occhio alle esigenze degli studenti ed uno alle richieste del mercato. L’Università degli studi N. Cusano persegue con quotidiana abnegazione l’obiettivo ultimo di formare giovani brillanti per metterli nelle condizioni di guidare il nostro paese fuori dal tunnel della crisi e sulla strada della ripresa, della crescita e dello sviluppo.
Uno degli investimenti più importanti operati in questo senso riguarda l’implementazione dell’offerta formativa per ciò che concerne l’area ingegneristica presente della Cusano. Per descrivere nel dettaglio le novità riguardanti la facoltà di Ingegneria, Radio Cusano Campus, emittente ufficiale dell’ateneo di Via Don Carlo Gnocchi, ha sentito il Prof. Vincenzo Duraccio, titolare della cattedra di impianti industriali. Prof. Duraccio, può illustrarci i cambiamenti e le novità che riguardano, sin da quest’anno accademico, il percorso di Ingegneria all’UniCusano?
“L’offerta didattica che concerne la facoltà di Ingegneria da quest’anno viene ampliata, arricchendo in maniera determinante tutti i settori propri dell’ingegneria. Partiremo con i nuovi corsi di Ingegneria gestionale, agroalimentare e biomedica, che affiancheranno quelli già esistenti di meccanica, civile, elettronica ed industriale”.
Partiamo da ingegneria gestionale, cosa caratterizza questo corso di studi?
“Con la nascita dell’ingegneria gestionale si comincia ad inquadrare il processo ingegneristico non solo da un punto di vista progettuale e costruttivo ma anche, lo dice la parola stessa, dal punto di vista della gestione. Se l’ingegneria meccanica si occupa del dimensionamento delle macchine e delle caratteristiche intrinseche degli impianti, ingegneria gestionale va oltre, e dopo aver assolto tutti gli obblighi a livello progettuale ci si occupa della gestione stessa dei macchinari: farli rendere al meglio, ottimizzare i costi e considerare le prestazioni economiche di un impianto e di un industria. Questo significa che un ingegnere gestionale avrà spesso a che fare con l’economia nel percorso che lo divide dal conseguimento della laurea. Al momento la nostra ingegneria gestionale si struttura su un percorso triennale al quale possono avvicinarsi tutti quei diplomati che provengono da una forte formazione scientifica, strizzando l’occhio anche ai neo ragionieri”.
Quali sono gli sbocchi lavorativi principali per questo corso di laurea e il profilo professionale di chi consegue il titolo è richiesto sul mercato?
“L’ingegnere gestionale è una delle figure professionali più richieste al momento, anche perché gli si prospetta una doppia carriera: quella dell’ingegnere nella sua accezione più tradizionale e quella del manager, che ha piena consapevolezza di tutta la filiera industriale”.
Ingegneria agroalimentare. Vediamo anche qui le caratteristiche principali e gli sbocchi lavorativi per coloro i quali fossero interessati e non conoscessero nel dettaglio questo corso di laurea.
“Ingegneria agroalimentare è un corso di laurea estremamente specialistico ma dalle infinite potenzialità. Qui da noi nasce con il supporto fondamentale di un colosso del settore del food come Heinz. L’Italia ha la fortuna di avere un bacino fortissimo, con centri produttivi di livello internazionale. I giovani che oggi tornano alla terra, un fenomeno non trascurabile negli ultimi anni, lo fanno con un occhio all’innovazione e uno ai processi tecnologici che hanno invaso il settore. Ormai le imprese agroalimentari nascono e vengono gestite come imprese a ciclo chiuso, in cui la stessa azienda produce l’energia per il sostentamento delle macchine partendo, per esempio, dalle deiezioni degli animali. Per fare questo non ci si può certo improvvisare, gestire ed ottimizzare un’azienda agroalimentare richiede studio ed applicazione”.