Ieri ricorreva l’anniversario della morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa, trucidato dalla mafia insieme alla sua compagna, abbandonato dallo Stato che pure rappresentava, lasciato solo in uno scontro impari in cui purtroppo ha pagato con la vita.
Antimafia Capitale. Ripartiamo da qui, il giorno dopo l’anniversario di quel tragico evento, per ricordare a tutti quelli che l’hanno scordato che la lotta alla mafia è una cosa seria, che molto spesso negli ultimi tempi si è trasformata in slogan banali e strumento di propaganda elettorale.
Antimafia Capitale. La lotta alla mafia si combatte con metodo e serietà. Non con aspiranti eroi che giocano a fare le star, mentre chi è davvero in prima linea spesso si ritrova ad essere lasciato solo, come Paolo Borrometi, cronista di 33 anni, ragusano, picchiato a sangue da alcuni boss siciliani per aver raccontato la mafia che impera nelle terre rese celebri dal Commissario Montalbano.
attualitò . La lotta alla mafia è una cosa seria. Non uno strumento di propaganda politica, come pare essere diventata nelle ultimi anni. Come mai a parole tutti si dichiarano contro la mafia e poi si ha la sensazione che personaggi come NIno Di Matteo siano abbandonati al loro destino?
Antimafia Capitale. La mafia si è trasformata, ha cambiato abito, ora è nell’alta finanza, veste in giacca e cravatta, parla in inglese, ha una liquidità che nessun altro può vantare, spesso, troppo spesso, viene scambiata con dei guappi di quartiere, coatti di periferia che giocano a fare i boss ma che sono lontani anni luce dai padrini che ormai giocano in borsa, comprano e vendono quote di multinazionali, si riciclano nell’alta finanza, fino a diventare insospettabili, fino a mimetizzarsi alla perfezione nella società civile.
La lotta alla mafia è una cosa seria. Non può essere trasformata in uno strumento di propaganda politica, da una parte o dall’altra.