Al telefono la cordialità di sempre, Dario Fo ha voglia di parlare, di manifestare in prima persona il proprio impegno e le proprie idee. La vivacità è quella di un ragazzino, i pensieri sono di un grande saggio.
Dario Fo non si risparmia, parla di tutto, a 360°, come al solito non ha il timore di risultare impopolare. Parla con gioia del “Nuovo manuale minimo dell’attore“, edito da Chiarelettere.
Nuovo manuale minimo dell’attore (Chiarelettere) era da anni in attesa di essere scritto, da tempo albergava nella mente del premio Nobel Dario Fo e ora ha visto finalmente la luce, mantenendo la promessa fatta da Dario Fo e da Franca Rame, promessa rivolta a chi attendeva la seconda puntata di Manuale minimo dell’attore, pubblicato nel 1987.
Un libro, Nuovo manuale minimo dell’attore, edito da Chiarelettere, che parla di teatro, di amore, di vita, di coraggio, passione, censura. Di un rapporto, quello nato tra Dario Fo e Franca Rame, nato a teatro, che in teatro è cresciuto, in teatro si è consolidato, in teatro vive e vivrà in eterno.
Dario Fo è radioso quando ricorda gli anni che furono. Le prime censure, le battaglie più dure, o l’episodio, raccontato nel libro, di quell’uomo che durante uno spettacolo morì dal ridere. Letteralmente.
Dario Fo si fa più cupo nel commentare i nostri giorni, quelle notizie che arrivano da mondi apparentemente lontani eppure, in realtà, così vicini.
Sul caporalato, ad esempio, Dario Fo ha detto e scritto molto. Così tanto da incorrere addirittura nella tagliola della censura: “E’ una cosa terribile, io ho cercato anche di intervenire in una trasmissione televisiva, alla prima mi hanno registrato e trasmesso, ma poi hanno chiuso. Non c’è niente da fare, è qualcosa di cui moltissimi media hanno timore. Si vergognano di ammettere che siamo in una nazione che in alcuni casi sfrutta il lavoro creando dei veri e propri schiavi. Neanche gli antichi romani si comportavano così. Loro avevano delle regole minime da rispettare, qui invece non esiste nessuna norma, si fa tutto in nome del profitto, a scapito della dignità umana. Forse io in questa trasmissione ero andato oltre limite concesso quando si parla di certe cose”.
Ha parlato anche di politica, Dario Fo, nel corso dell’intervista che ha concesso a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, durante ECG Regione.
Il Premio Nobel per la letteratura ha ammesso: “Tra Renzi e la Democrazia Cristiana non ci sono differenze sostanziali, anzi, noto delle concomitanze impressionanti. Quanto è vero che Berlusconi aveva copiato dalle forme della Democrazia Cristiana, è altrettanto vero che Renzi a sua volta ha copiato la commedia e il gioco fatto da Berlusconi, giorno per giorno, battuta per battuta”, ha commentato Dario Fo, a proposito dell’attuale situazione politica italiana.
Sulla questione immigrazione, infine, Dario Fo non lesina una bacchettata al Movimento Cinque Stelle: “Ci sono momenti di cinismo e mancanza di civiltà nel commentare quanto sta accadendo che testimoniano la totale mancanza di bontà e di umanità. Ha ragione il Papa quando perde la pazienza e parla di criminalità e crudeltà inaccettabile. In questo momento la nostra nazione non rasenta ma supera la criminalità. Cosa aspettano i giudici a intervenire? E quei politici che non fanno neanche un commento? Su questo mi delude il Movimento Cinque Stelle, non sono d’accordo che si vada così con le scarpette di punta, qui bisogna dire le cose direttamente e con la pesantezza che l’argomento merita, anche a costo di essere impopolari”.