Sbagliato chiudere il Cocoricò. Alle valanghe di critiche arrivate al ministro dell’interno Alfano si aggiunge quella di Vladimir Luxuria, che intervenendo su Radio Cusano Campus durante il format ECG Regione ha dichiarato: “Chiudere il Cocoricò? Sbagliato. Già in passato mi trovai a fare una campagna per il Cocoricò. Se uno vuole drogarsi lo farà comunque, magari cambiando semplicemente discoteca. Non si può nascondere il problema. Bisogna informare i ragazzi sulla tematica droga”.

Oltre alla questione Cocoricò, diverse le tematiche affrontate da Vladimir Luxuria. Che è partita dal Pigneto: “Gli spacciatori che si rivoltano all’arresto di due di loro? Purtroppo non sono stupita. Ricordo che la prima reazione che subii quando affrontai fisicamente gli spacciatori, fu questa, mi dissero che per non vedere più la droga avrei dovuto cambiare quartiere. Mi meraviglia invece il fatto che si sia dato tutto il tempo a queste persone di radicarsi nel territorio e di considerarsi i padroni del territorio, tanto è vero che quando poi lo stato ha cercato di reagire, gli spacciatori si sono ribellati prima ai carabinieri e poi con gli stessi passanti”.

Vladimir Luxuria è chiara: “Negli anni è stato deliberatamente permesso che il Pigneto diventasse una zona franca. E’ impossibile che nessuno si sia accorto di nulla. Forse una soluzione parziale potrebbe essere riportare il mercato ortofrutticolo nell’isola pedonale”.

Luxuria sulla chiusura del Cocoricò: “Sarebbe come dire non stampiamo più soldi perché c’è la corruzione o chiudiamo il Parlamento perché ci sono stati casi di persone collusi con la criminalità organizzata. Questa non è la soluzione. Bisogna coinvolgere i gestori di questi locali nello spiegare ai giovani i rischi connessi alla droga. Noi dobbiamo raggiungere i ragazzi e far capire loro che ingurgitare roba a più non posso non fa figo, fa coglione. E’ pericolosissimo e noi dobbiamo farlo capire. Questo provvedimento vuole far vedere che si è fatto qualcosa subito, ma non risolverà i problemi. Il Cocoricò poi è sempre stato preso di mira, già mi ritrovai a fare una campagna contro la chiusura del Cocoricò qualche anno fa. Per quanto riguarda il consumo di droga bisogna mettersi a un tavolo e parlarne. Noi al gay village abbiamo allestito uno stand d’informazione proprio per parlare degli effetti dannosi legati all’assunzione delle droghe e i ragazzi sono molto interessati, perché non c’è un approccio paternalistico alla Giovanardi, ma gli facciamo capire, con il loro linguaggio, quello che rischiano”.