I nativi della generazione digitale li chiamano “mobile addicts”. Nel linguaggio più comune sono i dipendenti da smartphone e tablet, talmente assoggettati al potere “dell’applicazione” che riescono ad aprire la stessa, durante l’arco della giornata fino a 60 volte. Un rapporto a dir poco tossico con il proprio dispositivo mobile, un fenomeno ricorrente e contagioso nel cui vortice vengono risucchiate sempre più persone. Il colosso Yahoo, attraverso la società Flurry, si è messo in testa di fare un censimento dei nuovi “mobile addicts” ed ha rilevato che tra il secondo trimestre 2014 e lo stesso periodo del 2015 sono aumentati del 59% considerano l’evento a livello mondiale.
Da 176 milioni che erano, i “mobile addicts” sono passati in poco meno di un anno ad oltre 280 milioni, praticamente uno Stato o meglio, se fossero una popolazione, sarebbero la quarta al mondo prima degli indonesiani e dopo gli statunitensi. Tornando ai numeri e concentrandoci unicamente sui dispositivi, Flurry ha calcolato che sono aumentati anch’essi in modo esponenziale, passando in meno di 12 mesi da 1,3 miliardi a 1,8 miliardi.
Non esistono solo i “mobile addicts”, con le loro consultazioni che superano le 60 volte quotidiane rispetto ad una sola applicazione, aumentano a dismisura anche i “super user”, utenti particolarmente assidui che aprono app tra le 16 e le 60 volte al dì e i “regolar user”, fruitori moderati che usano applicazioni su smartphone e tablet fino a 16 volte al giorno. I “Super” sono aumentati del 34%, da 440 a 590 milioni, i “Regular” in un anno sono passati da 784 a 985 milioni, registrando una crescita del 25%.