Alessandro Di Battista, Movimento Cinque Stelle, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, durante il programma ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Il parlamentare grillino ha affrontato diverse tematiche, ponendo l’accento su quanto sta accadendo a Roma.
Sull’ipotesi legata a Vendola vicesidaco di Roma, Di Battista ha dichiarato: “Ultimamente pur di non far votare i cittadini romani le trovano tutte, il Partito Democratico così come SEL. Il problema è che i cittadini romani poi pagano dazio tra mille difficoltà. Io onestamente non ho mai visto la mia città in un degrado così grande. Chi prende la metro non sa se arriva, questa città è sporca e insicura, sono tanti anni che la città non è governata”.
Secondo Di Battista a Roma esiste una emergenza sicurezza: “Io abito in Prati, un tempo era un quartiere sicuro, ormai zone sicure non esistono più. Il problema sicurezza esiste, lo dico in maniera pacata, non voglio strumentalizzare nulla, ormai i romani non si sentono nè sicuri nè tutelati. Ed è un peccato, visto che questa è la città più bella del mondo”.
Se Di Battista un giorno fosse sindaco di Roma, da dove partirebbe? Le idee sono chiare: “A Roma comandano delle lobby estremamente pericolose e parte della città è in mano a criminali. Anche le persone che non sono indagate per mafia capitale, come il vicesindaco Nieri, dalle relazioni della commissione d’accesso risultano nella disponibilità di Salvatore Buzzi. E’ evidente che a Roma ci sono difficoltà, ma che facciamo, non ci proviamo a farla diventare una città normale? Io ho vissuto in Colombia, là c’erano delle difficoltà incredibili eppure a poco a poco ci sono stati dei miglioramenti. A Roma per fortuna la situazione non è come in alcune realtà latinoamericane, anche se ormai certi quartieri gli assomigliano”.
Di Battista è un fiume in piena: “La prima cosa da fare è prendersi tutti i bilanci e le delibere degli ultimi trent’anni e verificare dove sono finiti, riga dopo riga, i soldi dei cittadini. Spesso il malaffare viene supportato dalla povertà, i delinquenti utilizzano la povera gente e li assoldano, come soldati del narcotraffico, della mafia, del racket. La prima cosa è recuperare denaro, e questo si può fare, e con quel denaro occuparsi di migliorare il sociale, così da rendere poco a poco questa città un po’ più tranquilla”.
Sull’ipotesi di regolarizzare l’utilizzo di cannabis, Di Battista si dimostra concorde: “Io penso che occorre fare un dibattito serio e non ideologico. Io sono convinto che analizzando per bene la regolamentazione del consumo, sia un modo per togliere i soldi alle mafie e per ridurre il consumo stesso. Se una cosa è proibita gode di maggior fascino. In alcuni Paesi questa strada è stata già intrapresa. E’ possibile recuperare così facendo molti denari, da investire per esempio per aiutare le forze dell’ordine. Da un lato togli un business alle mafie, dall’altro recuperi dei denari da destinare a polizia e carabinieri”.