Donare il sangue come atto di profonda umanità e rispetto. Ne ha parlato il Dott.Vincenzo Saturni, Presidente Nazionale AVIS Associazione Volontari Italiani Sangue, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano che trasmette sugli 89.100 FM a Roma e nel Lazio.
Presidente Saturni, poche settimane fa si è celebrata la giornata mondiale del donatore di sangue. Chi sono e quanti sono i donatori di sangue in Italia?
In Italia complessivamente sono oltre un milione e settecentomila i donatori. Oltre al numero rilevante è importante sottolineare come l’Italia si differenzia rispetto ad altri paesi nel mondo, perché quasi l’84% di questi donatori sono periodici, ossia donano regolarmente il sangue. Il donatore tipo oscilla fra i 35 e i 55 anni, con un 65% di uomini e il rimanente donne. Importante inoltre dire che noi abbiamo un discreto ricambio con l’arrivo di nuovi donatori in particolare giovani donne.
Il sangue donato viene anche controllato, c’è un’analisi per verificare la presenza di agenti infettivi?
Assolutamente si, il nostro sistema è a livelli internazionali per qualità e sicurezza. Per poter diventare donatori c’è un controllo molto stretto. Inoltre ogni volta che si dona il sangue si controlla la presenza di agenti infettivi che possano creare problemi, quindi Epatite B, Epatite C e Virus HIV responsabile dell’Aids.
Presidente lei è un medico ematologo e trasfusionista presso l’ospedale di Varese, a tal proposito quante e quali informazioni si possono avere attraverso l’analisi del sangue?
Ne possiamo recuperare tantissime. Nei percorsi diagnostici gli esami di laboratorio sono un punto fondamentale (analisi del sangue nda). Pensiamo alla Glicemia per la predisposizione al Diabete oppure Colesterolo e Ferro per altre patologie; nel caso della donazione poi questi controlli tutelano donatore e ricevente.
Presidente cos’è il progetto AVIS per EXPO, rapporto tra alimentazione, stili di vita e donazione di sangue e plasma?
La nostra prima missione come Avis è coinvolgere sempre un maggior numero di persone a donare il sangue per non lasciare soli i malati e le persone che necessitano di trasfusioni. Abbiamo così deciso di realizzare un progetto Avis con Expo che ci consentirà di fare una rilevazione dei nostri donatori per capire il loro stile di vita e le loro abitudini alimentari e per informarle.
L’Università Niccolò Cusano sta utilizzando lo sport, attraverso la squadra dell’ Unicusano Fondi Calcio, per informare le persone su temi legati alla salute e alla ricerca medica. Secondo lei è una buona idea per coinvolgere le persone abbattendo le resistenze?
Aver abbinato il fatto che siete una università e quindi un luogo di cultura, di studio e di ricerca alle attività sportive, che rientrano negli stili di vita sani da adottare, permettono sicuramente di raggiungere un numero elevato di persone soprattutto i giovani che sono proprio quelli ai quali rivolgersi. E’ un modello che sicuramente approfondiremo e potrebbe essere anche proposto in altre realtà.