Uno stupro è un abominio. Sembrerebbe un’affermazione scontata. Purtroppo non lo è affatto. Ce ne siamo resi conto, per l’ennesima volta, osservando i commenti intrisi di sessismo arrivati dopo lo stupro di Piazzale Clodio.
Lo stupro di Prati, subito da una ragazzina di quindici anni, ha indignato l’Italia. Ma c’è ancora, purtroppo, chi in questo Paese davanti a una violenza del genere, perpetrata tra le altre cose nei confronti di quella che può essere considerata poco più di una bambina, si lascia andare al sessismo più sfrenato con argomentazioni che quasi sembrano giustificare il trentunenne che, secondo gli inquirenti, avrebbe dato vita allo stupro di Piazzale Clodio.
In tanti commentando lo stupro di Prati hanno scritto: “Che ci faceva la ragazzina in giro a quell’ora”. O ancora: “Era in minigonna, se l’è cercata”. Ecco, dobbiamo avere il coraggio, davanti a questo sessismo che speravamo archiviato, di gridare a gran voce che certe teorie non possono e non devono passare.
Una donna deve essere libera di poter andare in giro nuda, se lo desidera. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Senza che nessuno si senta in diritto di sfiorarla con un dito. Uno stupro non potrà e non dovrà mai avere alcuna giustificazione. Perché lo stupro è uno dei crimini più odiosi e aberranti che possano esistere. Un abominio che rischia di rovinare per sempre la vita di chi lo subisce.
Martin Luther King ha detto: “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni”. Aveva ragione. Occhi aperti e coscienze sveglie. Sempre.