La macchina organizzativa che si cela dietro la XXVIII edizione dei giochi delle Universiadi sta oliando gli ultimi ingranaggi in attesa della cerimonia di inaugurazione prevista per il prossimo 3 Luglio, quando oltre 20.000 atleti provenienti da ogni parte del globo sfileranno per sancire l’inizio della più grande kermesse sportiva del 2015. La maggior parte delle strutture realizzate per ospitare questa edizione delle universiadi sono frutto di una riqualificazione di impianti già esistenti, solo 6 installazioni sono state realizzate ex novo e tutte nel rispetto della tutela ambientale e dell’efficientamento energetico.

Nel villaggio universitario, però, si vivono sentimenti contrastanti. Se la maggior parte degli atleti si prepara, per ora, all’adrenalinico spettacolo dell’inaugurazione, qualcuno esordirà prima ancora del 3 di luglio. La nazionale italiana di calcio, infatti, sarà protagonista nella notte (ora italiana) dell’incontro che aprirà ufficialmente il torneo, avversario di turno il Canada. Tra i protagonisti dell’11 azzurro spicca Federico Masi, difensore centrale con trascorsi alla Fiorentina e al Bari, un’ultima stagione disputata con la Lupa Roma e un futuro ancora tutto da scrivere. Federico studia all’Università N. Cusano, frequenta la facoltà di Giurisprudenza e a 2 esami dal completamento del suo percorso vede avvicinarsi a grandi passi il sogno della laurea.

Appena giunto a Gwangju Federico ha confidato ai microfoni di Radio Cusano Campus le sue aspettative per queste Universiadi, ha parlato di calcio, di studio, di sacrificio e lo ha fatto con il realismo inconfondibile di chi ha sempre sudato prima di togliersi una soddisfazione. Federico come è Gwangju e che aria si respira?

“Intanto è lontanissima! Abbiamo fatto 24 ore di aereo, siamo atterrati a Seul e dopo altre 4 ore di pullman siamo giunti a casa Italia. Il fuso orario è un problema ma abbiamo avuto un paio di notti di rodaggio per cercare di smaltire la stanchezza. Qui l’aria che si respira è elettrizzante, non vediamo l’ora di scendere in campo”.

Primo test contro il Canada. Che insidie nasconde questo incontro?

“Non li conosciamo molto bene e questo potrebbe essere un problema, sappiamo che sarà importante partire bene per non ripetere il cammino ad ostacoli che poi ci ha portato all’eliminazione nella precedente edizione a Kazan nel 2013. In quella circostanza sbagliammo completamente approccio, fallimmo due rigori e alla fine perdemmo. Quella sconfitta inficiò tutto il nostro percorso e fummo eliminati. L’imperativo è fare risultato col Canada per giocare più spensierati con Corea e Cina Taipei”.

Da una vigilia ad un’altra: anche il tuo percorso accademico è agli sgoccioli e si avvicina il momento della discussione della tesi di laurea?

“Anche questa è una scadenza importante e per la quale mi sono impegnato molto. Mi mancano 2 esami per concludere il mio percorso a Giurisprudenza e poi mi metterò sotto per preparare la tesi, vorrei festeggiare già prima della fine di quest’anno, ci tengo molto”.

C’è stato un momento in cui hai pensato di mollare gli studi a causa del tuo lavoro da calciatore?

“Un momento preciso in cui ho pensato di mollare non c’è stato. Mi sono sentito molto sfiduciato, questo sì. Io mi sono iscritto all’Università di Firenze ai tempi in cui giocavo alla Fiorentina, poi il trasferimento al Bari mi ha costretto a ripensare i miei progetti. Chiedere il trasferimento all’università di Bari avrebbe comportato più di una difficoltà e in quella circostanza ho pensato che fosse impossibile raggiungere il sogno di una laurea. Poi ho conosciuto l’Università N. Cusano, mi sono iscritto e, da quel momento, ho cominciato a dare esami con continuità, fino ad oggi che vedo la laurea ad un passo”.