L’occasione è delle più felici. Umberto Smaila compie 65 anni e rilascia una lunga e bella intervista alla AdnKronos. Durante l’immancabile excursus artistico, dai Gatti di Vicolo Miracolo ai suoi live negli Smaila’s, molto s’è parlato anche di quella piccola grande trasmissione televisiva di culto che contribuì a svegliare un po’ l’opinione pubblica sul sesso: “Colpo Grosso”. A rivederne le puntate in giro per la rete sale un po’ di nostalgia e forse il tutto suscita anche un sorriso bonario per una generazione che credeva di trasgredire con qualcosa che adesso si trova in qualsiasi sito di gossip.
Quello che si dice su “Colpo Grosso” nel documentario “Videocracy” secondo il diretto interessato Umberto Smaila è “ridicolo, sono stupidaggini. Mi meraviglio di questa doppia morale e del moralismo retroattivo. In Scandinavia dagli anni ’60 in poi c’è una pornografia diffusa eppure guardiamo a quei paesi come sinonimo di evoluzione”. Effettivamente si trattava di poco più un nudo da topless, qualcosa che adesso si trova ovunque in rete inclusi i siti giornalistici sportivi che non disdegnano la parte “gossip” legata alle Wags dei calciatori.
“Colpo Grosso” e le sue puntate dimostrano che bastava davvero poco in quegli anni per sconvolgere l’opinione pubblica e per conquistare i giovani che avevano necessità culturale ed ormonale di uscire un po’ dal seminato. Adesso avrebbe senso riproporre “Colpo Grosso” per come si vedeva in quelle puntate andate in onda dal 1987 al 1991?
Risponde lo stesso Umberto Smaila sempre nella sua intervista alla AdnKronos: “Potrebbe funzionare ancora oggi ma con altri criteri e dovrebbe essere su una rete generalista di primaria importanza. Lo vedrei su un canale come Italia 1 ma fatto in maniera più soft con altre tematiche, qualche ospite, un po’ di musica. Forse così potrebbe funzionare, com’era allora no. Presentarlo io? Se mi facessero una proposta, la valuterei ma non penso che accadrà”.
Resta il fatto che ogni epoca ha i suoi scogli da superare e che difficilmente questi scogli sono visibili ad occhio nudo. Se, infatti, per i ragazzi del duemila le nudità che “Colpo Grosso” mostrava nelle sue puntate sono una puntura di zanzare, non mancano i problemi legati a ciò che viene loro mostrato in questi decenni. “Oggi – chiosa Smaila – c’è un moralismo dilagante, un ritorno all’Inquisizione da parte di certi organi di stampa. La nostra generazione era quella del ‘vietato vietare’, ora si parla del corpo della donna e stiamo attenti al manifesto di Belen ma dov’è il male. Poi accendi il televisore e si vedono i morti ammazzati, sgozzati, quella è la violenza che subiamo non certo Belen”.