Gianmarco Centinaio, Senatore della Repubblica e Capo Gruppo al Senato per la Lega Nord e le Autonomie, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni Radio Cusano Campus circa lo stato attuale dei lavori che riguardano il ddl Buona Scuola sul quale, con tutta probabilità, domani il Governo porrà il voto di fiducia.
Senatore Centinaio, in caso di fiducia manterrete la parola uscendo dall’aula ed evitando il voto?
“Faremo quello che stiamo facendo da 6 mesi a questa parte: quando il Governo decide di non confrontarsi e di tirare dritto noi usciamo dall’aula e non votiamo. Vi dico in anteprima che, a differenza delle altre votazioni, in questo caso specifico il ddl ci piace talmente poco che alcuni senatori della Lega stanno pensando di restare in aula e sfiduciare la riforma. In queste ore stiamo valutando il da farsi per tratteggiare una strategia comune. Le vie restano comunque due: o si resta fuori dall’aula o non si vota la fiducia”.
Cosa non vi piace della Buona Scuola?
“Il Super preside non ci piace, non ci piace il modo in cui questa riforma è stata presentata, non ci piace il fatto che non sia stato un percorso condiviso. Noi abbiamo presentato 130 emendamenti per migliorare questa legge e abbiamo chiesto la soppressione di alcuni articoli, in particolar modo di quelli relativi ai poteri dei dirigenti scolastici, alcuni riguardanti i criteri di valutazione dei docenti, oltre ad aver chiesto lo stralcio di quella parte della riforma che ruota attorno alle assunzioni. Il governo, invece, metterà la fiducia sul maxiemendamento che sarà presentato domani insieme ai restanti 3000 emendamenti che saranno portati avanti dalle opposizioni: in questo modo l’atto di forza sarà ancora più esplicito e le opposizioni si troveranno con le spalle al muro. Si tratta di un tecnicismo che serve alla maggioranza per porre la fiducia. Le fronde dissidenti del pd lanciano appelli sui giornali ma quando si deve votare contro nessuno ne ha il coraggio”.
Perché assunzioni e riforma sono state legate a filo doppio quando potevano essere trattati come percorsi singoli ed indipendenti?
“Perché la riforma non sarebbe mai passata senza assunzioni, Renzi pensava di essere il più furbo, il più simpatico e il più scafato e di avere così l’appoggio del mondo della scuola e dell’opinione pubblica. Ora gli si ritorce tutto contro, perché gli italiani, quelli mediamente acculturati e minimamente informati non si fanno prendere in giro”.
Quali scenari si prospettano all’orizzonte?
“Se riuscissimo a non far raggiungere il numero legale sarebbe una vittoria, se l’aula sfiduciasse la riforma Renzi sarebbe costretto a recarsi da Mattarella per rassegnare le sue dimissioni. Vogliamo fermare questo provvedimento, stiamo studiando il modo di farlo proprio in queste ore”.