Chi?
La Rete Co’mar nasce come laboratorio di sperimentazione teatrale e musicale (da qui il nome Co’mar, Collettivo Organizzato di Manutenzione Artistica Reciproca), e cioè come uno spazio aperto a chi volesse esprimersi nell’arte, in qualche modo a produrla e diffonderla. E’ poi diventata una band vera e propria, accogliendo in sé le storie e i vissuti artistici dei singoli componenti e riuscendo a trovare la giusta sintesi nella forma del ‘Teatro-canzone’. O, meglio, della ‘Canzone-teatro’, una formula questa un po’ costruita ex novo, ad indicare un modalità di fare teatro in musica che non è solo testo (recitato) dentro il testo (musicato), ma è “vestito da mettere in scena”, in qualche modo è perciò ovunque e investe i musicisti stessi. Nella Rete l’idea è che il teatro attraversa la musica. Le dà la forma necessaria e insostituibile, caricandola di ulteriori significati e sempre nuove possibilità espressive.
Cosa?
§La rete è un ibrido dalla nascita. Diversi linguaggi espressivi, musica e teatro, e diversi filoni musicali che paradossalmente non l’accartocciano e la stringono in nessun genere preciso. La musica dei Rete Co’mar è stata definita folk d’autore, o teatro-folk. Spazia dalle sonorità etno-mediterranee allo swing, con influenze sud americane e suggestioni balcaniche; una sorta di ensamble in cui è rimestato un po’ di tutto, jazzy, melodia tipica nostrana, rock.. tutto si spera nelle dosi giuste!
Quando?
Ci siamo conosciuti quattro anni fa un po’ per caso in questo grande spazio laboratoriale, venivamo tutti da tradizioni ed eredità artistico-espressive (oltre che da generazioni!) diversissime. Originariamente ricordo che ne eravamo tanti, due attori, molte voci, due chitarre, percussioni. Una specie di orchestra insomma poi ne abbiamo perso qualcuno per la strada.. ma l’intento autentico e immediato al tempo era quello di creare momenti di massima espressione creativa, senza badare al resto, al dopo..
Dove?
Ovunque!!!
Perché?
Per raccontare di “piccole rivoluzioni quotidiane”, fatte di gesti minimali, portate avanti in pochi giorni in poche ore. Piccole, estemporanee, senza più incanto, ma ugualmente vere e potenti. Come quella del Carnevale di Scampia, raccontato nella nostra “Polvere leggera”, una realtà viva e colorata, che rompe con lo stereotipo di una Scampia “grigia”, degradata e periferia del mondo e che si presenta a noi come tra le forme “rivoluzionarie” di riscatto più riuscite nella città di Napoli. O come quella fatte mischiando le ideologie dei grandi canti rivoluzionari con la “pappa col pomodoro”; “Viva la pappa col pomodoro”, con musica di Nino Rota e il testo di Lina Wertmuller, è stato il nostro unico remake e ultimo nostro singolo con videoclip appena uscito.
Viva la revolucion, chicos y chicas!