Mafia Capitale o Mafia Solidale? I nomi contano poco davanti a fatti del genere. In questo fuggi fuggi generale scatenato da Pignatone, in questo fuggi fuggi generale da cui tutti cercano di tirarsi fuori (“Io non c’entro”, “Io non c’ero”, “Io non sono indagato”, “Mafia Capitale è di destra”, “Mafia Capitale è di sinitra”) la cosa più triste è vedere come si sia ridotta, fisicamente e moralmente, la Captale d’Italia, quella Roma che in tutto il mondo invidiano e ammirano, quella Roma che adesso è ferita, scossa, tradita.
Non fosse stata la Capitale ma una qualunque altra città italiana, probabilmente, la decisione di sciogliere il comune per mafia e di commissariarlo non sarebbe nemmeno in discussione, anzi forse qualcuno l’avrebbe già presa.
Perché Mafia Capitale, al di là di quello che poi stabiliranno i giudici in sede processuale, è la fotografia più emblematica di un malaffare che ha smesso di sparare ed ha iniziato a comprare. Comprare quei colletti bianchi stipendiati da tutti noi, che se possono dare il colpo finale a un comune mortale lo fanno senza pietà, mentre davanti a certi cognomi e al proprio tornaconto personale si mettono sull’attenti e per fare favori e aumentare i propri denari.
Povera Roma, come ti hanno ridotta. Sporca, stremata, pronta ad esplodere, con un ceto medio che ormai è sempre più povero perché le tasse negli anni sono incredibilmente aumentate ed i servizi si sono fatti via via sempre più scadenti. Mafia Capitale è il triplice fischio finale di un arbitro che sancisce definitivamente la morte di destra e sinistra, anche se i politicanti di professione stanno facendo di tutto, da una parte e dall’altra, per dare un’etichetta a questo malaffare che invece è del tutto trasversale.
Ecco, forse l’immagine più amara è questa. Sentirli strillare, scambiarsi le colpe o proteggersi a vicenda, quando davanti a un fatto del genere ci sarebbe soltanto da fare una cosa: stare in silenzio. Chiedere scusa. Fare un passo indietro e ammettere i propri sbagli. Perché Mafia Capitale riguarda tutti noi. E anche l’Operazione Vitruvio, di cui pochissimo si è parlato, dimostra come la corruzione a Roma sia diventata una cosa normale, ambientale, preventiva. con funzionari pubblici e politici che intascano mazzette e stipendi extra come se niente fosse.
Povera Roma, come ti hanno ridotta. Le periferie sono vere e proprie bombe sociali pronte ad esplodere da un momento all’altro, perché la guerra tra poveri è ormai alle porte e ne abbiamo già visto le prime scintille tra Tor Sapienza e Corcolle. Sporca, corrotta e affamata, distratta dal calcio che ormai è quasi una malattia che addormenta il pensiero e uccide la coscienza civica del cittadino, coccolata a parole da chi non vorrebbe l’ora di prenderti, come una vedova ricca trascurata dal marito e corteggiata dallo sciacallo che non vede l’ora di mettere le mani sui suoi averi.