Senatore, cosa è successo oggi?
“Si votava il parere cosiddetto di costituzionalità ma in buona sostanza i dubbi di un fondamento costituzionale di questa norma, che sembra ignorare molti degli aspetti della libertà di insegnamento, ci sono e sono evidenti anche nella maggioranza. Il nostro voto contrario non è legato al non voler riforme nella scuola, vogliamo riforme valide, non come questa che è scritta malissimo.
Il nostro suggerimento al Governo è di fermarsi un attimo e rivedere la riforma nel dettaglio, perché molti dettagli producono troppe contraddizioni”.
Senatore siete dalla parte del mondo della scuola e contro la Riforma?
“Questo testo è una sfida al buon senso, dentro ci sono cose incongruenti. Lei cosa direbbe se uno Stato che contrae quotidianamente accordi con le persone, per adempiere ai propri doveri, cambiasse questi accordi in corsa? Ci siamo lamentati, e tantissimo, perché lo ha fatto con effetto retroattivo con la categoria dei pensionati, perché non dovrebbero farlo con gli insegnanti o aspiranti tali?
Se lo Stato ha negoziato con degli aspiranti insegnanti un certo percorso per diventare insegnanti e poi cambia le carte in tavola, cosa dovrebbero dire quei cittadini? Il nostro problema è questo testo abborracciato, scritto dai dirigenti del Pd che si occupano di istruzione per restare nelle grazie del Presidente del Consiglio. Il testo attuale non ha né capo né coda, va riscritto”.