Blatter ha dato le dimissioni da Presidente della Fifa. Un fulmine a ciel sereno? Non proprio. Le dimissioni di Blatter possono essere considerate una sorpresa solo fino a un certo punto. E dietro alle dimissioni di Blatter c’è la Fifa (intesa come paura, stavolta) ma c’è anche dell’altro. Motivazioni che hanno poco a che vedere con il calcio. Ma che hanno generato profonde e amare riflessioni in quello che fino a ieri è stato il padrone del pallone.
A giustificare le dimissioni di Blatter non può bastare un solo motivo. Ce ne sono diversi. Per prima cosa, bisogna ricordare che poche ore fa l’FBI ha inserito Blatter tra gli indagati. Ma le indagini sono appena iniziate. Il loro esito è tutt’altro che scontato. E sicuramente Blatter si difenderà in qualunque sede con le unghie e con i denti. Non ha dato le dimissioni, dunque, solo per questo.
La cosa che ha portato Blatter a dare le dimissioni, più dell’inchiesta che riguarda lui e il suo regno, è stato l’accerchiamento, soprattutto mediatico, che lo ha accompagnato anche nelle ore immediatamente successive alla sua rielezione. Blatter si aspettava di avere qualche giorno di respiro. Di scomparire per un po’ dalla grancassa dell’informazione che lo ha protetto fino a ieri e abbandonato all’improvviso. Questo non è accaduto, anzi. Telecamere e microfoni hanno continuato a metterlo con le spalle al muro. Facendogli capire che la situazione, ormai, sarebbe stata sempre più insostenibile.
E ora, dopo le dimissioni di Blatter, che comunque resta tecnicamente presidente della Fifa almeno fino a gennaio, cosa accadrà al sistema calcio? L’FBI potrà restituirci un pallone più pulito? Forse, ma la caduta di Blatter è solo il primo passo di un viaggio che si preannuncia complesso e irto di difficoltà. Blatter, prima delle dimissioni di ieri, ha guidato la Fifa per 17 anni consecutivi. Ha creato un sistema, una macchina col pilota automatico cui di certo non basterà la sua caduta da sola per invertire la rotta.
Ora in tanti si affolleranno per prendere l’eredità di Blatter. E probabilmente non lo faranno per amore di calcio, ma per perseguire interessi del tutto privati. Fame di potere. Potere immenso. Su un meccanismo che smuove milioni di euro come fossero bruscolini. Il primo nome della lista degli aspiranti presidenti della Fifa è Platini. Platini che però alla guida dell’Uefa ha dato vita a a episodi e comportamenti non del tutto comprensibili. Senza considerare, poi, che fino a ieri era accanto a Blatter e che nemmeno lui sa cosa può uscire dalle carte e dagli interrogatori dell’Fbi.