Sigaretta elettronica, e-cig, vaporizzatore, tanti nomi per indicare un solo prodotto. Quello nato per ridurre e poi sospendere il consumo di sigarette. Ne ha parlato il Prof.Giacomo Mangiaracina, Presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione e direttore della rivista scientifica “Tabaccologia”, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano che trasmette sugli 89.100 FM a Roma e nel Lazio (in streaming sul sito www.radiocusanocampus.it).

Professore parliamo di sigaretta elettronica. Un dispositivo nato per abbattere il consumo di quelle tradizionali. Tante le persone pro e tante quelle contro. Di che dispositivo si tratta?

C’è da dire in realtà che parliamo di “Vaporizzatore” perché non è una sigaretta, tantomeno elettronica. Si tratta di un dispositivo che riscalda con una resistenza del Glicole Propilenico aromatizzato con presenza o meno di nicotina. Il vapore emesso non è vapore acqueo ma vapore di Glicole Propilenico.

I liquidi presenti all’interno da cosa sono composti? Possono far male?

Noi abbiamo analizzato cosa c’è in questi liquidi perché non si può avere una opinione personale su fatti scientifici. E’ dal 2010 che analizziamo i contenuti dei vaporizzatori per fornire un’evidenza scientifica. La prima è che non sono cancerogeni, la seconda è che, rispetto alla sigaretta di tabacco, i vaporizzatori riducono il danno rispetto al tabacco tradizionale che in combustione sprigiona 4000 sostanze. Nel vaporizzatore non ce ne sono nemmeno 100. La cosa importante è che i liquidi vengano acquistati in Italia per una chiara tracciabilità del prodotto. Per questo sconsigliamo di comprarli tramite internet perché la tracciabilità non è garantita. Questo lo dico da uomo di scienza, io non ho rapporti con le compagnie che producono vaporizzatori.

La Corte Costituzionale ha reso giustizia anche alla posizione degli esperti ritenendo ingiusta la supertassa sui vaporizzatori introdotta qualche tempo fa. Come commenta questa notizia?

Finalmente! La supertassazione è un qualcosa che voleva scoraggiare il consumo di un prodotto che riduce il danno dal tabacco. Il problema è stato squisitamente economico. Una tassa che ha fatto poi chiudere tante aziende e negozi di Vaporizzatori che producevano lavoro.

L’Università Niccolò Cusano sta utilizzando lo sport, attraverso la squadra Unicusano Fondi Calcio, per informare le persone su temi legati alla salute e alla ricerca medica. Secondo lei è un’idea comunicativa vincente?

Una delle prime cose che io ho fatto circa 15 anni fa è stato stipulare una convenzione con la Federazione Medico Sportiva Italiana proprio perché lo sport è uno dei luoghi elettivi di prevenzione, come la scuola o i luoghi di lavoro. Bisogna però veramente utilizzare lo sport come promozione per la salute. Non dimentichiamo che sport come la Formula Uno hanno per anni pubblicizzato grosse  compagnie del tabacco. Lo sport deve essere veramente un veicolo per la salute.