Una settimana tutta “gluten free” quella celebrata fino al 22 Maggio nei confronti della Celiachia. Un’iniziativa a cura di Associazione Italiana Celiachia volta a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e i media su una patologia che riguarda circa 600.000 persone in Italia. Ne ha parlato la Dott.ssa Paola Fagioli, Presidente Associazione Italiana Celiachia del Lazio, intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano che trasmette sugli 89.100 FM a Roma e nel Lazio (in streaming sul sito www.radiocusanocampus.it).
Presidente Fagioli sappiamo che la celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Diamo però qualche numero, quanti i celiaci a Roma e nel Lazio?
Nel Lazio ci sono circa 16.000 diagnosticati che si concentrano prevalentemente su Roma e provincia. Dobbiamo inoltre considerare un incremento di un 10 % ogni anno, dei numeri importanti che rappresentano persone che hanno bisogno di una dieta adeguata. Non c’è un farmaco da prendere contro la Celiachia e questo porta i celiaci a dover seguire una dieta rigorosa.
Per questo motivo nasce la “Settimana Nazionale della celiachia” un’iniziativa ideata dall’Associazione Italiana Celiachia. Cos’è previsto in questa settimana?
Abbiamo voluto creare, alla luce di Expo 2015 nutrire il pianeta e magari nutrirlo anche senza glutine, a delle postazioni in aree museali. Luoghi dove incontriamo tutti, turisti e cittadini. La cultura del cibo è sentita molto in Italia e apprezzata nel mondo. A tal proposito devo dire con una punta di orgoglio che anche per ciò che riguarda la cucina senza glutine l’Italia è al primo posto. Siamo preparati e abbiamo investito molto sulla formazione dei ristoratori mantenendo la tipicità dei nostri piatti per il cibo senza glutine.
Citando l’ Expo, potrà in effetti essere un momento per sensibilizzare e far conoscere questa condizione?
Certamente, è una finestra importante sul modo questa dell’Expo. Organizzare contestualmente una settimana in tutte le regioni serve a portare attenzione sulla celiachia. Nelle nostre postazioni ci saranno medici, nutrizionisti, dietisti per diffondere questa cultura di una alimentazione senza glutine. Il celiaco ha una grossa difficoltà in questo momento, così come in passato, quella di nutrirsi senza glutine fuori casa. Dunque portare la conoscenza all’esterno facilita la vita dei celiaci per potersi muovere liberamente. Informare le persone che si dedicano alla preparazione dei pasti tenendo alta la qualità del cibo.
L’Università Niccolò Cusano sta utilizzando lo sport, attraverso la squadra dell’ Unicusano Fondi Calcio, per informare le persone su temi legati alla salute e alla ricerca medica. Secondo lei è una buona idea per coinvolgere le persone abbattendo le resistenze?
Assolutamente, lei consideri che anche noi come associazione abbiamo una squadra di calcio; dunque non posso che ritenere assolutamente vincente questo progetto. Soprattutto perché in questo modo, grazie al calcio, si può arrivare agli uomini e ai giovani, due “categorie” che sono difficili da raggiungere. Lo sport inoltre aiuta i celiaci a sentirsi liberi e meno soli grazie alla condivisione che il calcio permette.