Con buona pace dei dinosauri dei media italiani, che fanno muro, il web è a tutti gli effetti una fonte di intrattenimento e come tale va trattato, alla stregua di cinema e televisione. Capita, infatti, che alcune sue sortite scoppino a livello nazionale e volino di bocca in bocca come neanche la prima sera del Festival di Sanremo saprebbe fare. La più recente è la polemica sul calcio femminile che ha un po’ indignato e un po’ divertito (per una certa goffaggine di alcuni dirigenti della Federcalcio) gli utenti della penisola. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Se sognate di diventare una web celebrity, lasciate stare libri o consigli di esperti. Vi basterà seguire le orme di Felice Belloli che, da perfetto sconosciuto a livello di massa, è ormai il nome più gettonato di queste settimane. Perché? Perché questo signore, che di lavoro fa il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ha dichiarato (stando, niente di meno, ai verbali FIGC del 5 marzo scorso) le seguenti lungimiranti parole: “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”. Immaginate la reazione della comunità gay italiana e, a dire il vero, anche di tanti intellettuali che sono stanchi di sopportare il razzismo verbale che già altre volte è venuto fuori dai vertici della Federcalcio. Se ricordate, Tavecchio non si espresse proprio benissimo sui giocatori di colore italiani ma l’exploit di Belloli è di ben altra caratura. Il diretto interessato, ovviamente, ha negato il tutto sostenendo che un verbale non sia una prova schiacciante (“Chiunque lo può scrivere”). Qualora fosse vero, però, sarebbe l’ennesima episodio che dimostra che una determinata generazione (Belloli è del 1950) non può più governare perché priva degli strumenti culturali di cui ormai dispone ogni singolo giovane in Europa e, forse, in tutta la parte occidentalizzata del mondo.
Questa polemica sul calcio femminile e le sue “lesbiche” che chiedono soldi ha, però, lasciato la scia di un divertente sfottò sul web dove il faccione attempato del buon Belloli subisce photoshoppate di ogni sorta per l’ilarità comune.
Cose che capitano ora che la rete è a portata di tutti.