Prosegue il viaggio di Open Day, contenitore di informazione universitaria in onda sugli 89.100 FM di Radio Cusano Campus, all’interno della protesta contro la Buona Scuola. Un percorso che ha portato i conduttori, Misa Urbano e Alessio Moriggi, a confronto con Rettori, professori, ricercatori, associazioni studentesche e sigle sindacali. Dopo l’incontro avvenuto con alcuni ministri del governo Renzi, Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas scuola, ha raccontato le sue impressioni a caldo e ha provato ad anticipare quelle che saranno le iniziative del fronte della protesta.
Bernocchi, proviamo ad analizzare punto per punto i passaggi salienti della Buona Scuola renziana elencati dal premier attraverso il video messaggio in cui si mette alla lavagna con tanto di gessetti: alternanza scuola-lavoro; cultura umanistica; più soldi agli insegnanti; autonomia e continuità didattica. Cosa c’è che non va o cosa non ci vogliono dire di questa riforma così discussa?
“Intanto il cattivo maestro Renzi è stato bocciato, se fossero altri tempi dovrebbe essere sottoposto alla sgradevole pratica di essere messo dietro alla lavagna e magari con le orecchie da asino. Se siete d’accordo comincerei col dire ciò che ha omesso Renzi, poi passerei a ciò che ha detto. Non ha detto come il preside padrone possa essere in grado di assumere, attingendo da albi triennali, insegnanti a livello territoriale di cui non sa niente o non può sapere niente. Non ha detto come lo stesso preside gestore possa dare più soldi agli insegnanti, specifico, al 10% degli insegnanti, quando per valutarli avrebbe bisogno, come fanno in America, di una serie di osservatori che durante tutto lo svolgimento dell’anno scolastico, seguono in classe i metodi e i risultati degli stessi. Questo premio legato al merito, e qui la cosa diviene assurda, sarebbe vincolato alla valutazione di due genitori ed uno studente. Capite bene che si verrebbero a verificare una serie di conflitti di interesse sinceramente insostenibili. Renzi ha dimenticato di dire che la tanta agognata alternanza scuola-lavoro già c’è ed è stata raddoppiata da 200 a 400 ore ed estesa pure ai licei. Laddove questo modello non si fondasse sulla qualità del tirocinio ma esclusivamente sulla possibilità per un’azienda di disporre di forza lavoro non qualificata, le ore di stage risulterebbero ore sottratte all’insegnamento e alla formazione dei ragazzi. La verità è questa, in Italia, a differenza del resto d’Europa, la scuola è considerata una spesa improduttiva”.
Nelle scorse ore avete avuto modo di incontrare alcuni ministri del governo Renzi per discutere dei punti salienti della riforma. Come è andato il confronto?
“Renzi e i suoi ministri sono in grado di portare avanti un’operazione fumosa, com’è quella della Buona scuola, finché non si sottopongono a contraddittorio. E’ il vecchio modello Berlusconi. Durante l’incontro li abbiamo completamente ridicolizzati. La povera Boschi si è giocata la carta che la madre è preside e, di conseguenza, i presidi sono tutti bravi. Per il resto non sapeva minimamente cosa rispondere. Io credo che questi incontri debbano essere aperti anche alla stampa, per far rendere conto come si muove la casta, secondo il principio del cane non mangia cane. I cobas sono arrivati, per un disguido burocratico, ad incontro iniziato: da una parte i ministri, dall’altra le sigle sindacali ufficiali, quelle che hanno rappresentanza per diritto divino, noi praticamente a capo tavola. Si capiva che c’era un contrasto, una lotta di potere, ma appena arriva il cobas che dice le cose come stanno, anche i fronti più distanti si rinsaldano immediatamente. La malcapitata Boschi è stata l’unica che ha provato a reagire ma lo ha fatto denunciando uno strano turbamento dovuto al mio linguaggio, a suo dire irrispettoso. Vi garantisco di aver usato un linguaggio relativamente forbito, sicuramente le mie critiche sono state molto aspre. La Boschi è un personaggio particolare, dalle competenze limitatissime, anzi, forse non ha nessuna vera competenza specifica, ma il fatto di essere la damigella del principe, insieme alla sua apparenza estetica, le ha risparmiato una valanga di critiche che se ci fosse stata Rosi Bindi l’avrebbero distrutta. Renzi e i suoi ministri godono del privilegio di non avere opposizione, se trascinati sul campo della contesa dialettica denunciano gravi lacune ed è per questo che scappano dal contraddittorio”.
Bernocchi ci aiuta a capire la questione sciopero-scrutini o sciopero-invalsi?
“Al momento nessuno ha convocato nessuno sciopero. La commissione di garanzia, oltre a non avere voce in capitolo, non è in grado nemmeno di precettare. La commissione di garanzia deve prendere atto che non è vero che non si può scioperare durante gli scrutini, si può scioperare per due giorni di seguito senza toccare classi terminali. Se continui sono previste multe ma non precettazioni. Noi abbiamo fatto la seguente proposta agli altri sindacati: convochiamo lo sciopero i primi due giorni di scrutinio, quelli legittimi, e vediamo cosa succede. Se la popolazione scolastica ritiene di continuare nonostante le possibili sanzioni, sarà l’inizio del conflitto. Lo faremo, ed è una notizia ufficiale, solo se parte di un fronte compatto. Il 18 e 19 saremo a Montecitorio, vogliamo l’unità mostrata il 5 maggio”.