Salvini razzista? Macché. Omofobo? Ma quando mai. Anzi, a sentire Paolo Diop, sembrerebbe proprio vero l’esatto contrario.Paolo Diop, attivista di Noi per Salvini, è stato intervistato questa mattina, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli studi Niccolò Cusano, durante il format ECG Regione: “Io sono nero, anzi negro, ma Salvini non è minimamente razzista, è solo consapevole delle problematiche di questo paese. Non ce l’ha con gli immigrati, anzi li tutela, dicendogli di non venire in Italia, perché si rischia di morire in mare per arrivare in una società dove non c’è lavoro, ma propone di andarli ad aiutare a casa loro. L’Africa è un continente pieno di risorse, solo che sono sfruttate male”.

Diop ha con Salvini un rapporto strettissimo: “Ieri eravamo a pranzo insieme, il nostro rapporto è molto stretto”.

 

 

Arduini e Di Ciancio, scherzando, hanno domandato a Diop se Salvini l’avesse fatto sedere in un posto a tavola lontano dal suo, nel timore che avesse potuto rubargli la pasta dal piatto. Diop si fa una bella risata e ci scherza su: “Io sono molto autoironico e vado contro le ipocrisie, comunque no, mi vuole sempre vicino a lui, non teme che possa rubargli il cibo dal piatto”.

Secondo Diop i romani si possono fidare di questa Lega che prima insultava centro e sud e ora gli chiede voti: “Le persone intelligenti cambiano, il passato della Lega è criticabile ma con Salvini si è cambiata radicalmente pagina. Purtroppo il passato non è dei migliori ma si può cambiare e migliorare”.

Sull’alleanza con Casapound: “E’ fantastica, anche lì si specula sul razzismo che non c’è. La sinistra attacca le fazioni a destra accusandole di essere fascisti, ma non è così. Essere nazionalisti non è uguale ad essere fascisti”.

 

Apprezzamenti per Salvini a parte, ecco, questa è l’idea che Diop si è fatto sul razzismo: “Oggi nel 2015 è quasi estinto, anche se ovunque ci sono persone con il cervello piccolo. In Italia c’è tanta ipocrisia su questo tema. Perché ‘si dice sei una persona di colore?’ Se è uno è nero o negro, bisogna chiamarlo così. E’ tra di noi che ci chiamiamo “Ehi negro, come stai?” A me quando mi chiamano ragazzo di colore dà fastidio”.

 

Da quando ha deciso di appoggiare Salvini, per Diop il rapporto con i suoi connazionali è complicato: “Ricevo insulti e minacce di morte. Per loro sono una sorta di schiavo negro che si è venduto al padrone, mi considerano il servo di casa, pensano che mi sia concesso all’uomo bianco, quando io invece esprimo solo le mie idee. C’è più razzismo da parte dei neri verso i bianchi che il contrari. Ho trovato più neri razzisti che bianchi razzisti nella mia vita”.