Renato Pozzetto è morto. La notizia (anzi, la bufala), inizia a correre sul web nel primo pomeriggio di sabato. “Il Messaggero ha scritto che Renato Pozzetto è morto”, mi dice mia madre al telefono, sinceramente dispiaciuta. Accendo il pc, cerco di capire. Vado sul sito del Messaggero ma di questa prematura scomparsa non trovo traccia.
Allora chiedo a mia madre di inviarmi il link del sito dove avrebbe letto questa notizia. Lei me lo manda. Ovviamente non era il Messaggero ad aver scritto questa cavolata, ma uno di quei tanti portali che scelgono un nome in grado di imitare siti d’informazione più famosi, per cercare di guadagnare autorevolezza in quei lettori che, magari mentre navigano dal proprio smartphone, non si rendono conto delle differenze nel nome tra il sito “vero” ed il portale generatore di bufale e, ignari, cliccano e condividono notizie totalmente inventate.
Renato Pozzetto morto? No, è solo l’ennesima bufala, per fortuna. Anche se qualcuno dovrebbe mettere un freno a questi siti scandalosi che inventano notizie di sana pianta (spesso speculando sulla presunta morte di personaggi dello spettacolo oppure creando di notizie al fine di incentivare l’odio razziale) e che guadagnano tantissimi soldi per ogni click che ricevono all’interno del proprio dominio.
Così, dopo Max Pezzali, Paolo Villaggio, Giancarlo Magalli e Maurizio Costanzo, stavolta, ad essere vittima di questa vera e propria truffa virtuale, è stato Renato Pozzetto. Che a quanto pare sta benissimo (non è morto, lo ripetiamo, anzi queste cose, secondo alcuni, allungano la vita) ha reagito con un sorriso alla bufala che lo riguardava e che ha fatto preoccupare tanti suoi estimatori.
L’idolo di Sette Chili in Sette Giorni è sano e salvo. Anzi, speriamo presto di rivederlo in tv o al cinema per regalarci un sorriso.