Arcodia: “Sul tema immigrazione l’Europa non sia miope”
Su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del Format “Il Mondo è Piccolo”, condotto da Fabio Stefanelli, è intervenuta la dottoressa Alessandra Arcodia, che segue i lavori della commissione per le libertà civili e gli affari interni del Parlamento Europeo, in modo particolare per quanto concerne il settore delle politiche migratorie e dell’asilo.
“La strategia presentata dall’Unione Europea non è molto diversa da quella adottata ad ottobre 2013 dopo l’ennesima tragedia di Lampedusa. All’epoca l’unica azione concreta prodotta dall’UE fu l’operazione Triton, che ora si tenta di rafforzare, ma questo non è abbastanza, non è sufficiente”, ha affermato la dottoressa Arcodia, ammettendo che in realtà da parte degli Stati Membri dell’Ue non ci sia stato “alcun passo in grado di garantire una obbligatorietà da parte degli Stati Membri nella solidarietà e nel salvataggio in mare”.
Ai microfoni di Radio Cusano Campus Alessandra Arcodia spiega: “L’Europa non può essere miope e affrontare soltanto il problema che riguarda il Mediterraneo, Renzi ha detto che l’UE deve apportare una strategia che non sia soltanto di breve periodo, ma volta a impegnarsi nei territori africani, in cui ci sono delle situazioni davvero tristi, di povertà, di fame, di guerra. L’Europa deve essere più attiva nel promuovere lo sviluppo e la pace in territorio Africano, speriamo che il premier dimostri una capacità diplomatica e di convinzione verso gli altri stati”.
Alcuni politici italiani sostengono che bisognerebbe intervenire in Libia per fermare i migranti prima che si imbarchino: “Bisogna ricordare che la Libia è un Paese di transito. Chi ci arriva per partire arriva da altre zone dell’Africa. Se ci fosse un pattugliamento delle frontiere servirebbe una dura azione nei confronti dei trafficanti, la cosa che potrebbe essere utile sarebbe trovare un accordo con le autorità libiche per garantire una presenza massiccia delle organizzazioni umanitarie sul territorio per velocizzare le procedure di richiesta d’asilo sul suolo libico e poi organizzare il trasferimento dei richiedenti asilo con dei programmi stabiliti che coinvolgano tutti gli Stati dell’Unione Europea. Purtroppo alcuni Stati membri, soprattutto quelli del Nord Europa, non dimostrano la solidarietà che servirebbe”.