Il 2.768° Natale di Roma verrà celebrato in modo particolare. Per il compleanno dell’Urbe Eterna, infatti, sono tante le iniziative in programma: aprirà una stazione della metro b1, ma soprattutto resteranno aperti, tra gli altri, fino alle 24 i musei capitolini. Un’occasione in più per ricordare, a noi che Roma la abitiamo ogni giorno, che questa città deve essere anche storia, cultura, orgoglio e arte. Non soltanto problemi, immondizia, traffico e inchieste giudiziarie. 

Quando si parla del Natale di Roma il rischio di risultare banali o retorici è enorme. Ma vale la pena correrlo, perché certe cose per troppo tempo le abbiamo considerate scontate. Roma è una delle città più belle del mondo. Senza dubbio al primo posto per il bagaglio storico e culturale che si porta dietro.

Dai resti dell’Impero alle meraviglie dei Papi, l’Urbe Eterna offre centinaia di spunti in grado di lasciare chiunque senza fiato.  Ma che noi, ormai presi dalle brutture quotidiane che la vita e la malagestione politica ci riservano, abbiamo smesso di osservare.

 

Il Natale di Roma sia l’occasione per ricordare a tutti, romani in primis, che la Capitale è una risorsa indescrivibile per sé stessa, per il Paese, per l’Europa, per il mondo intero. Dobbiamo volerle più bene a questa città. Dobbiamo essere noi cittadini a dare l’esempio. Non nasconderci sempre dietro un dito. Perché se parcheggiamo in doppia fila, la colpa è nostra.

Se buttiamo rifiuti ingombranti dove non dovrebbero essere buttati, la colpa è nostra. Se prendiamo la macchina anche per andare all’edicola davanti casa, la colpa è nostra. Se non abbiamo rispetto dei nostri parchi, delle nostre ville, dei nostri giardini, idem.

Che il Natale di Roma sia l’occasione per ricordarci che nonostante tutto, questa città,  è come una donna bellissima che meriterebbe di essere trattata, da parte di tutti, con maggiore rispetto. Buon compleanno, Roma. Buon compleanno ai tuoi vicoli millenari, a Trastevere e a Testaccio, a Campo de Fiori, al tuo cuore ingenuo e popolare, al tuo umorismo sornione, alle tue periferie arrabbiate, agli anziani che ti hanno visto crescere dal dopoguerra a oggi e ai bambini, che avranno il compito di cambiarti e renderti migliore, per farti vincere la sfida più esaltante: diventare una Capitale europea nel senso proprio del termine, senza perdere radici e tradizioni irrinunciabili.